Napoli, ancora una volta, piange la morte di un giovane. Santo Romano, 19 anni, promettente portiere del Micri Calcio che militava in Eccellenza Campania, è stato ucciso da un coetaneo per una futilità inaudita: una scarpa sporca. Un gesto folle che ha spezzato una vita e gettato nello sconforto un’intera comunità, la sua storia si aggiunge a una lunga lista di tragedie simili, dove giovani vite vengono stroncate per futili motivi.
La lite sarebbe nata per un banale incidente, un piede calpestato. Santo, nel tentativo di placare gli animi, si sarebbe offerto di pulire la scarpa sporca. Un gesto di gentilezza che gli è costato la vita. Il 17enne, armato di pistola, avrebbe esploso un colpo mortale al petto del giovane e ferito al gomito l’amico. Quando il 17enne è entrato in auto, Santo si è avvicinato provando a farlo calmare. Invece il ragazzino è salito in auto non per allontanarsi ma per recuperare una pistola che aveva nel bauletto. Ha quindi puntato l’arma contro Santo colpendolo a morte.
Il presunto assassino, già noto alle forze dell’ordine, avrebbe ammesso di aver sparato, ma avrebbe tentato di giustificarsi parlando di legittima difesa. Una tesi difficilmente sostenibile alla luce delle testimonianze e delle immagini di videosorveglianza. Sui social, il giovane aveva più volte inneggiato alla violenza, mostrando un inquietante disprezzo per la vita umana.
La morte di Santo Romano è un dramma che ci interroga profondamente sulle cause di tanta violenza. Come è possibile che un ragazzo così giovane possa compiere un gesto così efferato?
Siamo di fronte a una società malata, dove i valori fondamentali sembrano essersi persi. I giovani, spesso privi di punti di riferimento, sono esposti a modelli negativi e a un clima di violenza diffusa.
Non possiamo più accettare che la vita umana venga calpestata in questo modo. È necessario un cambio di rotta radicale. Abbiamo bisogno di pene più severe per i reati commessi dai minorenni, di un maggiore controllo sul territorio e di un investimento massiccio nell’educazione.
Dobbiamo insegnare ai nostri giovani il valore della vita, della legalità e del rispetto per gli altri. Dobbiamo creare comunità più coese e solidali, dove ognuno si senta parte di un progetto comune.
Ricordiamo tutti la morte di Francesco Pio Maimone, avvenuta a luglio 2023 a Mergellina. Un ragazzo ucciso per una scarpa sporca. Un episodio che scosse l’opinione pubblica e che sembrava un caso isolato. Eppure, la tragedia di Santo Romano dimostra che il problema è molto più profondo e radicato.
Un episodio simile, l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso da un coetaneo con un passato criminale. I ragazzi oggi girano con le armi e si fanno giustizia da soli per “difendersi” dagli onesti!
In pochi istanti, per una scarpa sporca, per un litigio da nulla, si passa dalla parola alle armi. Un copione che si ripete con tragica frequenza, lasciando dietro di sé dolore e sgomento.
Un appello ai giovani
Non lasciatevi sedurre dalla violenza. Scegliete la strada della legalità, della cultura, dell’arte e dello sport. Siate protagonisti di un cambiamento positivo.
La morte di Santo Romano è un monito per tutti noi. Non possiamo permettere che la violenza diventi la normalità. È tempo di reagire, di ribellarci a questa deriva. Per il bene dei nostri figli, per il futuro della nostra società.
Dietro ogni giovane vittima si nasconde un fallimento collettivo: un sistema educativo che non riesce a offrire opportunità a tutti, una società che non riesce a includere i più fragili, una cultura che esalta la violenza e la sopraffazione. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un futuro diverso, dove ogni giovane possa sentirsi valorizzato e abbia la possibilità di realizzare i propri sogni.