Ieri pomeriggio ho assistito ad un consiglio comunale monotematico nel mio Comune avente ad oggetto il dimensionamento scolastico, tema che conosco bene.
Nella pubblica assise c’erano tante persone del popolo, madri in special modo, il Dirigente dell’unico Istituto Comprensivo finora esistente a Nocera Superiore, Michele Cirino e naturalmente il sindaco, i consiglieri e gli assessori (mancava giusto qualcuno).
Tanti anni fa, avrò avuto 20 anni, assistetti ad un altro consiglio comunale del mio paesotto e la sensazione di sconforto provata allora è stata la medesima di ieri: risale a quei tempi la mia passione attiva per la Politica, lo studio approfondito della scienza politica e l’attivismo universitario nonché al Partito. Di quel consiglio comunale ricordo anche che scrissi uno dei miei primi articoli giornalistici, incentrato sulla satira politica e ben rammento lo scalpore che scaturí dal nomignolo che affibbiai ad un consigliere, tale Pipino il breve.
Ebbene, ieri sera, tornata a casa, non avevo nemmeno voglia di mangiare e di scrivere dal tanto avvilimento: naturalmente non si doveva inaugurare la nascita di un secondo Istituto Comprensivo, ma speravo di assistere ad un confronto civile che facesse luce sulle varie posizioni in essere.
Il sindaco aveva già letto alcuni suoi appunti che ripercorrevano le tappe storiche e politiche della vicenda, quando la Consigliera di minoranza, Annalisa Carleo, ha chiesto di far parlare il Preside; tuttavia non gli è stato permesso e l’aula è stata abbandonata dai presenti tra l’incredulità e la rabbia.
Una volta fuori dal Comune, dove il fido scudiero del re ha prontamente serrato i cancelli, ho avuto modo di ascoltare le madri e il Dirigente Scolastico e nulla di positivo è fuoriuscito dalle loro bocche: consiglieri e consigliere di maggioranza definiti servi sciocchi del sindaco, incompetenti senz’arte nè parte che siedono indegnamente in un conclave pubblico, figli, parenti e amici di volponi vecchi della politichetta cittadina che solo grazie a loro hanno ottenuto i voti necessari per stare lí a far nulla, per il gettone di presenza di circa 30 €.
Ecco, ho ricordato a me stessa perché non sia seduta su quegli scranni: infatti io qualcosa l’avrei detta, non mi sarei lasciata intimidire da sguardi truci e pugni sbattuti sul tavolo. Avrei parlato e non a vanvera: i numeri per fare un Comprensivo contano eccome, anzi rappresentano la condicio sine qua non… altro che “ci sono altri parametri”. Quante cavolate ho sentito!
Chi vive in prima persona la scuola, da DSGA. da assistente amministrativa dell’area didattica, da docente, sa bene quanto contino le iscrizioni degli alunni per la creazione o la sopravvivenza di un I.C. e la speranza mista a paura che ogni giorno, accedendo al mitico Sidi, ci sia qualche nuovo iscritto.
Io, se fossi stata la sindaca del mio paese, avrei dato la parola al Preside e ad un genitore con cognizione di causa (qualcuno c’era) senza scopi politici quali possono essere quelli di maggioranza e opposizione.
Senza parlare di democrazia, di bavaglio, io semplicemente avrei ascoltato un addetto ai lavori, come il Dirigente appunto (chi meglio di lui conosce la scuola e i suoi utenti?) e una madre con dubbi da fugare o domande cruciali da porre.
Cittadinanza attiva, partecipazione alla cosa pubblica che cosa sono altrimenti? Solo belle parole e slogan da campagna elettorale?
Più invecchio e più la politica la intendo in altro modo, per questo non sono diventata consigliera, assessora, parte dello staff; allora che ci siano belle signore che non sanno nulla di politica, di scuola, di pari opportunità, che ci siano medici, infermieri, guardarobieri, pseudo manager di non si sa cosa a dire frasi di cui non conoscono il senso oppure un semplice Favorevole, Contrario/a, Astenuto/a.
Il coraggio di non chinare la testa è di pochi, la conoscenza e la mera comprensione di nessuno, a quanto pare.
Forse ha ragione chi dice che non cambierà mai niente perché la politica è semplicemente lo specchio dei tempi che viviamo.
Annalisa Capaldo