Sono giunta alla conclusione che l’odio logori chi lo prova in qualsiasi ambito della vita.
Molti sostengono che esso sia l’altra faccia dell’amore cercando di renderlo meno atroce, ma non vi è nulla di più fuorviante; l’odio è un sentimento distruttivo e mortale perchè demolisce lo spirito e deturpa il corpo, acceca e azzera ogni volontà e crea un sedimento nel profondo dell’animo umano che si trasforma in apatia, dolore sordo, indifferenza fatale.
Non vanno sottovalutati i primi sintomi, quali la rabbia, la tristezza atavica, gli atteggiamenti distaccati; si finisce per evitare persino lo sguardo della persona odiata e si alza un muro indistruttibile di acredine e misantropia.
Pian pianino l’odio distrugge chi lo prova dall’ interno e le lacrime si prosciugano alla stregua dell’inaridimento del proprio essere, incenerendo quel briciolo di sensibilità e di voglia di vivere che ancora non erano stati annientati.
Il risentimento, la rabbia, l’invidia verso gli altri, sconosciuti fino a qualche tempo addietro, prendono il sopravvento su tutto il resto e non si prova più empatia, solidarietà e affetto per nessuno. Ci si guarda allo specchio e, come il ritratto di Dorian Gray, non ci si riconosce più, sembra quasi di non ricordare più i buoni sentimenti di una volta e la compassione per chi sta peggio scompare ineluttabilmente.
Il Grinch natalizio non appare poi così deprecabile e distante, Dio muore e con lui la speranza, gli amici assumono la forma di fantasmi vili ed egoisti che non hanno mai fatto per te ciò che tu hai fatto per loro, gli amori passati sbiadiscono come l’alba invernale, persino i parenti sembrano fantasmi fastidiosi privi di importanza.
È spaventoso come l’odio possa dapprima affievolire e poi cancellare definitivamente anche i ricordi più belli e la capacità di emozionarsi.
L’odio non ha proprio nulla a che fare con l’amore e le ingiustizie visibili ed invisibili finiscono per non scalfirci minimamente: ecco, quando nulla ha più valore, nemmeno i propri figli, si arriva a desiderare la fine di ogni cosa e forse anche il suicidio assume un senso pregante.
I più meschini e superficiali parlano di pessimismo, ma quest’ultimo ha valenza positiva in un certo senso, l’odio no: esso è solo l’anticamera della propria autodistruzione.
Non si nasce cattivi; le persone cattive tirano fuori il peggio di noi stessi, lo plasmano e lo costruiscono ex novo giorno dopo giorno, col passare degli anni, mentendo, approfittando della bontà altrui ed essendone così gelosi da sminurrarla meticolosamente.
Dall’odio vero non si torna indietro ed è per questo che scoppiano le guerre, che finiscono i matrimoni, che si commettono omicidi e nefandezze d’ogni sorta, fino alla propria autodemolizione.
A Natale siamo tutti più buoni, diceva qualcuno: mai fanfaluca più grande! Chi odia non riesce a gioire per niente e nessuno e prova disgusto verso ogni forma di piacere o ilarità.
In conclusione vorrei invitare tutte le persone del mondo ad accarezzare i cuori sanguinanti e feriti della gente, oramai avvizzita dall’odio, a non ignorare la sofferenza indicibile di chi lo prova e ad ascoltare davvero le motivazioni più profonde che hanno portato a ciò.
Odiare chi odia è l’errore più grave ed inutile che si possa commettere, a Natale e sempre
Annalisa Capaldo