In un’altra vita sarà un direttore artistico di grande successo o showman, uno che sicuramente buca gli schermi. Il sindaco degli eventi, eppure questa etichetta sembra stargli un po’ stretta, altroché se non gli si calza tutta. Quando si tratta di queste cose, dal palco, di fronte al pubblico, oratore, trascinatore… Aliberti vince sempre! Hai voglia di contestare le cifre enormi spese. Il popolo vuole fare festa, per poche ore vuole pane e chi se ne frega se domani so’ mazzate.
Piazza gremita si, ma dalla gente comune, il popolo, l’operaio, il salumiere, quelli che arrivano giusto giusto a fine mese. Manca però l’élite scafatese, i politici, intellettuali, i giovani cool, i mezza età evergreen, questo tipo di pubblico ha voltato le spalle non ha partecipato. Quasi una metamorfosi in fatto di “alibertismo”: il suo prossimo votante sarà la “povera gente”, la classe sociale genuina, di basso rango, insomma ci siamo intesi…
Appare sul palcoscenico alle 22 insieme con la sua giunta ed in mezzo a tutti si piazza Luigi Cavallaro, l’efferato dissidente ma mica troppo. Poi inizia lo show: una parlata a tratti da messia con frasi che inneggiano all’amore, alla speranza quello che lui riversa al popolo che gli sta dinanzi e lo segue e seguirà già dalle prossime elezioni. L’occasione è troppo ghiotta per togliersi la soddisfazione di gridare a tutti che il – “fatto non sussiste” – ripetuto 4 volte consecutive. Infine, simpaticamente, tira in ballo il governatore De Luca perché a lui ieri sera l’albero non si è acceso.
Quello di Aliberti di Scafati invece, si! Ha illuminato tutto e tutti e che ci piaccia o meno, a che prezzo e con quale trucco poco importa la gente si divertiva del doman non v’è certezza.