Il 9 dicembre del 1930 nasceva Edoardo Sanguineti, uno dei protagonisti delle neoavanguardie del secondo Novecento, scomparso 14 anni fa.
Poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e saggista, è stato tra i membri fondatori del Gruppo 63 e professore di Letteratura italiana nella facoltà di Lettere delle Università di Torino, Salerno e Genova.
Coscienza critica del nostro tempo, artificiere del linguaggio e formidabile poeta della provocazione e del gioco,
è stato anche attivo nella vita politica locale e nazionale.
La poetica di Edoardo Sanguineti.
Edoardo Sanguineti è un rivoluzionario della lingua. Le sue poesie fin dagli anni ’50 provocarono un forte shock nel panorama poetico italiano.
Il suo percorso poetico fu infatti influenzato dal neorealismo e dall’ermetismo montaliano.
Edoardo Sanguineti riprendeva e rielaborava le tematiche delle avanguardie storiche del primo Novecento col fine di “distruggere” il modello imperante della poesia borghese.
Era in grado di scomporre linguaggio e verso rinunciando a tutte le regole metriche e a quelle sintattiche.
In altre parole, la sua originalità consisteva nel sabotare le forme letterarie tradizionali al fine di farne esplodere le contraddizioni.
Questo per mostrare l’incapacità del vecchio linguaggio poetico di rappresentare e definire i confini della mutata realtà sociale.
La poesia di Edoardo Sanguineti attraverso versi assemblati in modo asintattico, fa incrociare lingue diverse, latino compreso, e mix di generi. Nella sua idea c’è il dare forma al caos, quale fine per generare un pensiero in grado di scardinare le convinzioni borghesi.
Vi propongo due sue Poesie.
“Se d’amore si muore, siamo morti noi:
siamo un romanzo d’appendice in atto:
(anzi, siamo un romanzo nazional-popolare, ma calibraticamente camuffato da romanzetto rosa): (anzi, siamo un romanzo osè): (un rosè): (anzi, una coppia di vegeti, di vegetanti vecchietti,
torchiati nel torpido torchio delle nozze d’argento):
(a un passo, a un pelo, appena, da un romanzo nero): (siamo un romanzo rosso, quasi): e noi facciamo, parliamoci chiaro, pena piena, e pietà
comunico le coordinate necessarie; torno da Como, è il 26 settembre, sono le 21,37, ho chiesto il conto al ristorante, prenderò il rapido
delle 21,50, e ti ho capito:
è tutto:
perché, per te, per me, non è possibile
sopportarla più oltre, questa ambivalenza insolubile, nel vino della vita che viviamo:
questa vita, anzi: (la vita): (annacquata, innacquata): e se ti dico e se ti scrivo che non sono altro che un contemporaneo, a capirmi, a capirci, se va bene, abbiamo, in tutto e per tutto, il 25% dei nostri eredi naturali, allo stato attuale delle cose:
così, con tanti auguri,
ti aggiungo, poi, che noi
se d’amore si vive, siamo vivi”.
Edoardo Sanguineti
“Vivendo per capire perché vivo, scrivo anche per capire perché scrivo: e vivo per capire perché scrivo e scrivo per capire perché vivo”.
Edoardo Sanguineti