Si può dire senza sbagliare che uno degli elementi che caratterizza Castellammare di Stabia sono certo le sue acque. Sono 28 le sorgenti che da vanto, ricchezza della città però, sono diventate espressione di una situazione surreale: circa 24 miliardi di litri di acqua potabile non sono utilizzati e vengono dispersi a mare. E’ uno dei dati emersi durante il convegno Verso la Biennale dell’Acqua organizzato dal Comitato Terme di Stabia, presso il palazzo Reale di Quisisana. Un’occasione importante per la prima volta per mettere insieme istituzioni, Università ed esperti per riflettere sul valore, senso, importanza per il benessere, dell’acqua. Da diversi punti di vista. E non solo parlando della città stabiese.
Verso la Biennale dell’Acqua è stato il titolo della manifestazione che lo ha visto assieme il LUPT (Il Centro Interdipartimentale di Ricerca Laboratorio di Urbanistica e Pianificazione territoriale “Raffaele d’Ambrosio), l’Associazione HYDROSOPIA, l’Associazione ARCHITETTURA NOMADE ed il laboratorio COOL CITY, la manifestazione si è svolta sotto il Patrocinio del Comune di Castellammare di Stabia. E ha visto la presenza di diversi docenti universitari come Silvia Fabbrocino (Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e Risorse dell’Università Federico II), il professore Marco Trifuoggi (professore di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali dell’Università Federico II), il professore Marco Guida (professore di Igiene Generale e Applicata del Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II), il professore Gaetano Cotticelli (docente emerito della Seconda Università di Napoli).
Il contesto stabiese è stato inserito in un ambito più grande che riguarda le acque termali in tutto il territorio campano, così come vari i contributi hanno parlato dell’importanza del termalismo e delle diverse tipologie di acque in generale. Per effetti curativi, di benessere, di identità di un territorio e di storia. Il dato che fa da sottofondo alla situazione stabiese è che di fatto a Castellammare ormai le terme sono chiuse da anni, mentre potrebbero essere un volano per l’economia del territorio e per il benessere. L’edificio che venne costruito per massaggi e terapie non solo è chiuso ma distrutto insieme al suo giardino, diventando un simbolo di degrado e di fallimento.
Il convegno ha avuto il merito di ritornare a parlare anche scientificamente del potere e dell’importanza delle acque, coinvolgendo anche il mondo politico, con il vice sindaco di Castellammare (il sindaco non è potuto esserci), nella convinzione, come è stato più volte sottolineato dagli organizzatori che nel convergere di azioni e studi si può e si deve riimaginare un futuro per le acque.
L”ing. Catello Lamberti, presidente del Comitato Terme di Stabia, che ha voluto fermamente questo convegno, vive con passione questo desiderio di valorizzazione del territorio e dell’acqua stabiese, ci racconta il progetto in questa intervista
L’ing. Catello Lamberti, presidente del Comitato Terme di Stabia, ha rammentato all’uditorio con le parole della “Canzone dell’Acqua” di Raffaele Viviani come la mancata diffusione delle acque termali di Castellammare di Stabia sia un problema annoso. Ma rilancia con slancio verso il futuro immaginando e coinvolgendo direttamente le scuole stabiesi in progetti di conoscenza e di riappropriazione di un territorio che ha tutte le potenzialità per una ripresa economica. Un desiderio di non continuare quello che lui stesso ha definito un ‘crimine’: gettare acqua in un mondo che ha sempre più necessità di trovare acque per vivere.
Tra gli altri interventi che hanno raccontato anche storie di eccellenza campana come nell’isola di Ischia, o di una necessità di rivalorizzare tutti i percorsi dell’acqua, di particolare interesse anche quello di Massimo Santaniello, fondatore di Archeoclub Stabae, ha parlato degli antichi acquedotti che alimentavano l’antica Stabiae nei secoli fino ad oggi. Mettendo insieme una cultura architettonica del popolo romano, la bellezza di un territorio che nasconde le sue tracce pur esistenti, e la centralità anche in questo senso antica dell’acqua.
Oltre al racconto il convegno ha rappresentato anche l’occasione per la presentazione di più progetti di riqualificazione dei luoghi d’acqua della città di Castellammare, realizzati da i giovani di URBAN OASIS (Objects and Architectural Solutions Integrating Springs) con una mostra dei progetti degli studenti dell’Interior Design fror the Built Enviroment DBE, DIARC/Unina accompagnati dai proff Chiara Rotondi (Interior Design) e Francesco Casalbordino (Architectural Design). Il professore Casalbordino ci racconta in questo video: