Taccuino della crisi, con gli echi del surreale consiglio comunale di martedì sera. Primo comunicato di giornata:“Il Consiglio comunale di ieri ha certificato che il Sindaco non ha più una maggioranza, e che a farne le spese, come al solito, è e sarà la città.
Nonostante la farsa delle dimissioni lampo del Primo cittadino, presentate il venerdì e ritirate il lunedì, e la nuova giunta “a metà” con solo quattro deleghe assegnate su sette, il dott. Aliberti continua a non avere i numeri per governare la città.
E così ieri sera è stato costretto a rinviare l’approvazione del P.E.F 24/25, necessario a programmare e determinare il costo del ciclo dei rifiuti.
Si è visto bocciare la proposta relativa alle aliquote IMU, e per la seconda volta consecutiva non è riuscito ad approvare il Documento Unico di Programmazione: atto politico per eccellenza, necessario a predisporre il Bilancio Previsionale e stabilire entrate, spese, obiettivi ed opere pubbliche della città.
Insomma, nel mentre il Sindaco fa poesie sui social e organizza concerti, la città è amministrativamente bloccata: è ferma la gestione, è ferma la programmazione, si perdono opportunità e finanziamenti, non si riesce nemmeno ad organizzare l’ordinario, con aggravio di costi e disservizi a spese della comunità.
Su questo vogliamo essere chiari: siamo contrari a qualsiasi operazione di mercanteggiamento e trasformismo.
Il popolo è sovrano: se il Sindaco ha i numeri per governare lo faccia, altrimenti si dimetta! Lasci il comando al vice-sindaco per qualche mese e ridia la parola agli elettori scafatesi che valuteranno così colpe e responsabilità. Purtroppo, se per vincere si costruiscono carrozzoni elettorali, questo è il risultato.
Da parte nostra continueremo a lavorare nell’esclusivo interesse della città, come appunto ieri sera, dove abbiamo scongiurato l’aumento della TARI del 10%, e come stiamo facendo chiedendo e pretendendo trasparenza e legalità nella gestione dei fondi e delle spese, e in materie fondamentali e delicate come l’edilizia e l’urbanistica.” Comunicato firmato dal Segretario cittadino Giuseppe Fontanella – per la segreteria cittadina del PD Scafati
I Consiglieri comunali Michele Grimaldi e Francesco Velardo – per il Gruppo consiliare del PD Scafati.
Passa qualche ora ed ecco il comunicato del primo cittadino Pasquale Aliberti: “Il voto contrario al D.U.P. di tre consiglieri della maggioranza , i soliti, gli stessi di sempre, confermano alcune mie convinzioni: la politica, quella con la “P” maiuscola, quella fatta con dedizione e abnegazione, quella per il bene comune, non è da tutti. Avevo chiarito prima del voto che l’approvazione del D.U.P. fosse un voto politico. Dentro o fuori la mia maggioranza. Ebbene, non importa dove ci si sieda, se a destra, a sinistra o addirittura al posto del sindaco…sono i comportamenti a dirci da che parte stiamo. Pertanto, per quanto mi riguarda li ritengo fuori dalla mia maggioranza. Nulla hanno a che vedere con quei consiglieri che, invece, con coerenza e rispetto, a testa bassa lavorano e sopportano le loro continue istigazioni e destabilizzazioni.
Mi sembra di aver letto da qualche parte che i tre consiglieri lamentano una mancanza di confronto sui temi o nel caso specifico sul D.U.P. Perché non hanno utilizzato lo strumento dell’emendamento? Perché non hanno partecipato alle commissioni che servono proprio al confronto sugli argomenti? Devo pensare che la loro assenza in quelle occasioni e il loro silenzio su proposte o altro fosse strumentale ai fini di un voto contrario. Come strumentali sono stati nel corso dei mesi i vari cambi di gruppo o le assenze in Consiglio in momenti determinati come il bilancio. Un atteggiamento che si ripete dall’inizio di questo mandato e che sembra un copione già scritto. E’ chiaro che se avessi voluto, magari cedendo a qualche richiesta, avrei potuto approvare il D.U.P. ma la politica non è un mercato.
Chiedo scusa alla Città per aver creduto nella loro buona fede quando si proposero nelle mie liste. Oggi, sono qui a valutare la possibilità di continuare questo percorso amministrativo con chi realmente ha a cuore Scafati e vuole il confronto sui temi e non sui ruoli da ottenere. Con chi ritiene che la nostra Città non meriti un nuovo commissariamento dopo averlo subito ingiustamente (come la sentenza che mi ha riguardato di assoluzione piena ha chiarito), e che ha determinato un lungo periodo buio che tutti ricordano. Sono pronto a dialogare al di là delle appartenenze politiche e ideologiche solo con chi tiene al bene della nostra Città e vuole confrontarsi sui temi importanti come PUC, Bilancio, PIP, fondi PRIUS, finanziamento che arriva a venticinque milioni di euro per la riqualificazione e opere della nostra Città”.
Infine l’intervento social di Francesco Carotenuto (Scafati Arancione): “Quanto accaduto nel consiglio comunale di ieri sera non fa altro che confermare ciò che ho sempre creduto: l’amministrazione Aliberti esiste solo sulla carta e, nei fatti, si arrampica sugli specchi pur di rimanere incollata alla poltrona. Una maggioranza che non esiste, al punto tale da costringere il sindaco a ritirare l’argomento sulla Tari, con l’unica nota positiva, per i cittadini, di non dover pagare un rincaro del 10% sulle bollette. Per non parlare del Dup – documento unico di programmazione – già pomo della discordia con tre consiglieri di maggioranza e sul quale, in una conferenza stampa di appena 15 giorni fa, avevano detto di tutto e di più. Non è bastato proporre un emendamento al Dup, scritto dal primo cittadino insieme al consigliere della sua stessa maggioranza, visto che lo stesso sindaco lo ha poi ritirato, con il risultato che il documento unico di programmazione ha scontato una sonora bocciatura, grazie al voto contrario dei tre consiglieri comunali di maggioranza. Sarebbe opportuno – visto che nessuno ha avuto il coraggio di raccogliere il mio invito ad andare dal notaio per firmare le dimissioni – che ci fosse quanto meno un minimo di senso di responsabilità che portasse a riflettere non su incarichi da elargire o affidi diretti da assegnare, ma su che cosa fa veramente bene alla città. Perché i voti contrari, così come le stesse astensioni, dovrebbero indurre tutti, mittenti e destinatari di tali scelte, a non rimanere degli ignavi, ma a prendere una posizione. A capire da quale parte stare e, soprattutto, da quale parte non stare.