Il sindaco De Prisco perde altri pezzi: in tre stanno per lasciare la maggioranza e posizionarsi all’opposizione. Si tratta dei consiglieri comunali di Orizzonte Pagani: Luna Ferraioli, Davide Nitto e Gaetano Stanzione. Ha preso tempo De Prisco: se ne riparla dopo le feste, anche se la situazione sembra fuori contrallo. Il malumore s’era percepito sabato mattina, quando l’importante consiglio comunale di fine anno (con quattro delicate delibera preparate grazie al gran lavoro del settore Economico-Finanziaro dell’Ente presieduto dalla dirigente Stile) era saltato a causa della maggioranza, salvo ritrovare i numeri giusti domenica in seconda convocazione per approvare tutto quel che bisognava approvare.
Stamattina i tre di Orizzonte Pagani, gruppo che esprime in Giunta gli assessori Ferraioli e Califano (entrambi pronti a rimettere le rispettive deleghe), ha protocollato una lettera di intenti ben precisa. La sintesi: “Non ci sono ad oggi le condizioni per andare avanti, chiediamo una verifica di fine mandato dell’attuale assetto della maggioranza”. Ma forse bisogna andare indietro col tempo per rendere l’idea di quel che covava sotto la cenere della “sopportazione”. La parte pià a sinistra del fronte civico originale, che assieme ai bottoniani e stringendo patti col resto del centro-sinistra potrebbe candidare Nitto a sindaco in opposizione alla quasi certo candidatura di Campitiello per il centro-destra, non ha mandato giù la soluzione scelta per la Sam, ovvero l’esternalizzazione dei serivizi, e almeno da un anno a questa parte ha riscontrato le difficoltà nel tener fede al programma elettorale e a a far crescere la città sotto tutti gli aspetti, in primis il grado di percezione della sicurezza. Salvo fatti nuovi, ovvero passo indietro dei tre o “aiutini” da qualche esponente dell’attuale minoranza, De Prisco dovrebbe gestire l’ultimissima parte del suo mandato, e preparsi quindi nel peggiore dei modi, alla campagna elettorale dietro l’angolo, con soli 10 consiglieri su 24, rendendo inevitabile il ricorso ad una chiusura anticipata della consigliatura, che porterebbe a mesi di commissariamento.