Succede così, ogni mercoledì sera, in 300 città in tutto il mondo. In Italia, da quest’estate le cene al buio vengono organizzate a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Palermo. Basta registrarsi sull’app o sul sito timeleft.com, prenotare il proprio posto a tavola e pagare 12.99 euro per la cena. A quel punto l’algoritmo organizza automaticamente i tavoli con commensali “compatibili” selezionati in base a età, professione, gusti, interessi, che ciascun partecipante svela all’atto della registrazione compilando un questionario della personalità. Una volta prenotata la cena, il luogo dell’incontro viene svelato sull’app lo stesso giorno dell’appuntamento, mentre dei partecipanti vengono date solo informazioni generiche: ambito lavorativo, nazionalità e segno zodiacale. Niente di più. Per aiutare la conversazione tra i sei sconosciuti, alle 20 in punto sull’app si sblocca una sezione con alcune domande “rompighiaccio” da proporre al tavolo. Nel corso della cena dall’app si ricevono foto e selfie di amici che nello stesso momento sono a cena altrove, con altri commensali Grazie a timelef,t ogni mercoledì, si ritrovano a cena nel mondo 18 mila persone sconosciute, per lo più tra i 30 e i 45 anni equamente divise tra uomini e donne. La cena si protrae fino alle undici passate, quando, dopo il dolce, ci si scambiano i contatti, rigorosamente social, con la promessa risentirsi e chissà, magari incontrarsi a qualche altro evento al buio. Dopo l’evento, dall’app ti giunge, infine, una notifica che chiede un feedback sulla cena. Simpatico no? Trattasi sicuramente di socializzazione artificiale e in un certo senso controllato ma pur sempre un modo per allargare la propria cerchia di conoscenze e magari stabilire amicizie vere, non superficiali e soprattutto potrebbe facilitare chi ha difficoltà relazionali. Sicuramente un’alternativa valida ed autentica rispetto alle interazioni digitali o virtuali dei social.
A mercoledì 😉