Caro Dio,
Ti scrivo senza aver la certezza che riceverai questa mia, ma con la speranza che serva a qualcosa.
Se è vero che sei onnisciente, conosci giá i miei pensieri, le angoscie, il disincanto che mi caratterizzano, così come l’eterna sete di conoscenza, onesta e verità.
Ben conoscerai anche il posto in cui vivo, la gente che lo popola e magari non è così diversa dal resto del mondo: ma alle mie domande chi risponderà se non tu?
Dimmi, mio Dio, perché i cattivi vivono nell’opulenza e detengono il potere e i buoni annaspano e mancano spesso del necessario? Ti sei per caso distratto o non puoi farci nulla neppure tu, come sento dire a tanti?
Ho diverse domande, quindi, ti prego, siediti e ascoltami.
Perché tutti affermano di aver raggiunto le colline d’oro grazie alla propria intelligenza, senza aiuti e benefici quando sanno bene di mentire spudoratamente?
Ma vuoi vedere che a sbagliare sono proprio io che non mi sono mai prostrata al politicuncolo di turno e che ancora resto disgustata da salamelecchi e mancanza di dignità? Io che non avevo il papà o l’amico alle spalle pronto ad aiutarmi?
Non posso credere che Tu permetta questo scempio, quindi ne desumo che la tua esistenza sia solo una nostra invenzione; naturalmente potrei chiederti in questa missiva anche i motivi per i quali muoiano ingiustamente i bambini, i giovani anzitempo, perché esistano le guerre, i cataclismi, le malattie atroci, tutti i tipi di nefandezza ed ingiustizia: nemmeno riceverei una risposta.
Siamo destinati ad illuderci che non sarà sempre così, che tutti avranno ciò che meritano prima o poi, ma le illusioni col tempo lasceranno il posto alla reale analisi del tutto e cosa accadrà?
Un bel nulla, presumibilmente.
Allora, Dio dei cieli e della terra, cosa possiamo fare per non sprofondare nel nichilismo più nefasto?
Qualcuno mi consiglia di scrivere, di pregare, di camminare, di andare da uno bravo come se il problema fossi io, di coltivare le amicizie, di lavorare di più, di occuparmi dei figli, insomma di trovarmi quante più occupazioni possibili evitando così di pensare oltre il necessario.
Intanto per fare spallucce e fregarsene bisogna avere talento o il pelo sullo stomaco?
Chi detiene la somma conoscenza se non tu? Chi può rispondere alle mie domande eccetto te? Non venirmi a dire pure tu: “Salti chi può”, se puoi e se esisti, almeno oggi, dammi una risposta.
Annalisa Capaldo