Non si terrà il referendum che puntava all’abrogazione totale dell’Autonomia differenziata, la legge firmata Calderoli, bandiera della Lega sulla prima legislatura della destra. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, decretando l’inammissibilità per quel quesito, dopo una camera di consiglio durata circa sette ore. Mentre gli stessi giudici della Consulta hanno dato il via libera agli altri cinque quesiti referendari: quello che mira al dimezzamento di residenza in Italia, da dieci a cinque anni, per l’acquisizione della cittadinanza; e gli altri quattro che puntano a ripristinare tutele e garanzie sul lavoro cancellando le norme del Jobs act .
Tutti e sei i quesiti erano stati comunque approvati dalla Corte di Cassazione, lo scorso dicembre : sia in relazione alla regolarità della raccolta firme, sia sulla congruità del quesito, nonostante la sentenza che era intervenuta pesantemente sulla legge Calderoli. L’ultima parola, sul fronte dell’ammissibilità, spettava comunque alla Consulta.
E’ una pronuncia che, ancora una volta, divide politica e tecnici. Sulla quale ha pesato senz’altro la sentenza 192 del 14 novembre scorso, con la quale la Corte ha letteralmente demolito l’impianto dell’Autonomia così come disegnata dal governo Meloni, rilevando sette profili di illegittimità e indicando per altri cinque ambiti della normativa delle direzioni costituzionalmente orientate.
La Consulta ha deciso nell’ultimo giorno utile ed in formazione ridotta al minimo – solo 11 giudici su 15 – dopo aver invano atteso che il Parlamento compisse il suo dovere nell’elezione dei quattro membri, per i quali ci si attendeva l’accordo tra maggioranza ed opposizione entro martedì scorso. Il patto invece era saltato, e deputati e senatori ci riproveranno giovedì prossimo.
Intanto domani mattina la Corte si riunirà nuovamente in camera di consiglio per eleggere il suo nuovo presidente, dopo che il predecessore Augusto Barbera aveva concluso il mandato lo scorso dicembre, lasciando l’interim al vicepresidente Giovanni Amoroso. Dopo l’elezione, il nuovo presidente della Corte – che con ogni probabilità sarà appunto Amoroso, come di prassi il più anziano tra loro – incontrerà come di consueto i giornalisti.