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Si è tramutata in una tragicomica, la vicenda che ha visto coinvolti un cittadino e i vigili urbani di Scafati, addirittura l’uomo, accusato di trasporto rifiuti pericolosi, nella concitazione ha avuto un malore.
Ecco quanto riportato nell’articolo del collega Francesco Pio Scaramozza (ErreEmmeNews.it);
– Un cittadino, identificato come M.F., si è recato presso il centro di conferimento dei rifiuti del comune di Scafati utilizzando un autocarro di proprietà del figlio, prestatogli temporaneamente per il trasporto di quattro rifiuti urbani ingombranti: una vasca da bagno, un forno, uno sgabello e alcune pentole. Una volta giunto presso la struttura gestita dall’ACSE, M.F. è stato fermato da due agenti della polizia municipale, i quali hanno prontamente contattato il comandante, che è sopraggiunto in borghese accompagnato da altri due operatori. Il comandante, fin da subito visibilmente alterato, ha accusato M.F. di trasportare rifiuti pericolosi. Nonostante le rimostranze del cittadino, che affermava di agire nel pieno rispetto delle normative vigenti, l’autocarro è stato posto sotto sequestro con l’imputazione di illecito trasporto di rifiuti pericolosi.
Nel corso del concitato confronto, M.F., affetto da patologie cardiache, ha accusato un malore. Tuttavia, nonostante quanto annotato nel verbale dagli agenti — dove si legge che l’uomo ha manifestato un “apparente malore” — gli stessi, non essendo medici e quindi incapaci di valutare la gravità della situazione, non hanno provveduto a richiedere l’intervento di un’ambulanza, configurando una possibile omissione di soccorso. In preda allo sconforto, M.F. ha contattato la moglie e la figlia, informandole dell’accaduto e del trattamento subito, lamentando la pressione psicologica subita dal confronto con cinque rappresentanti delle forze dell’ordine. Poco dopo, le due donne sono giunte sul posto contemporaneamente a un’ambulanza chiamata dallo stesso M.F. Una volta sul luogo, moglie e figlia di M.F. hanno iniziato a inveire contro il comandante, ritenendo evidente un abuso di potere nei confronti del loro familiare. La situazione si è ulteriormente deteriorata quando, in maniera forzata, tutti e tre i membri della famiglia sono stati condotti presso il comando della polizia municipale, dove le due donne sono state denunciate per oltraggio a pubblico ufficiale.
L’avvocato ha inoltre catalogato i quattro rifiuti conferiti da M.F. in conformità con il Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER), dimostrando che si trattava effettivamente di rifiuti urbani ingombranti e non pericolosi. Alla luce di tali evidenze, il giudice ha assolto M.F. con formula piena, disponendo l’immediato dissequestro dell’autocarro, posto sotto sequestro dal 2021 ai fini della confisca. La grave accusa di illecito smaltimento di rifiuti pericolosi, che avrebbe potuto comportare una condanna a un anno di arresto e un’ammenda di 5.000 euro, è stata dunque riconosciuta infondata. Per quanto concerne la posizione della moglie e della figlia di M.F., il pubblico ministero aveva richiesto per entrambe una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per oltraggio a pubblico ufficiale. Il giudice ha invece pronunciato una condanna a nove mesi con pena sospesa, soggetta a successivo appello. L’avvocato Schioppa provvederà in sede civile per il risarcimento danni. A seguito del verdetto, la notizia è stata diffusa riportando la condanna delle due donne per oltraggio a pubblico ufficiale e la presunta vittoria giudiziaria del comandante. Tuttavia, tale narrazione ometteva di menzionare aspetti fondamentali, quali il sequestro improprio dell’autocarro, l’erronea classificazione dei rifiuti, e la condotta discutibile della polizia municipale, che aveva portato un’intera famiglia al comando e agito senza una chiara comprensione della normativa vigente –