![](https://www.agrotoday.it/wp-content/uploads/2025/01/b8d80f7a-f682-4b14-bd74-64f2f0a640fb-1-1024x1132.jpeg)
Non sono antitecnologica, non snobbo il progresso …certo al freddo e-book preferisco il profumo della carta delle pagine di un libro, alla chat preferisco un caffè o una pizza occhi contro occhi, alle classi virtuali preferisco il laboratorio esperenziale.
Umanista con orizzonte di senso, e non postmoderna nichilista. Sono un po’ di mesi che ovunque si legge, si scrive e si sente parlare di chatGPT. E un po’ storcevo il naso. Soprattutto, mi preoccupava l’uso smodato nei giovani e nei giovanissimi: dallo scopiazzo per gli esami , le versioni o i compiti in classe all’amico digitale a cui confidare segreti ed emozioni o a cui chiedere consiglio o suggerimento per qualsiasi cosa. Un po’ divenuto anche una moda usarlo e, anche seguire le mode non mi appassiona, in verità. Recentissime, poi, le foto profilo dei social realizzate con applicazioni super tecnologiche. Tutti super fighi!
In particolare, considero l’intelligenza artificiale, soprattutto, un rischio per l’arte , per la creatività, la fantasia, l’immaginazione, la produzione scritta e orale e per lo sviluppo del pensiero critico. Ma poi, ho cominciato a riflettere circa le motivazioni che spingono tanti ragazzini a ricercare l’amico virtuale rifuggendo da quello in carne e ossa ; ho ripensato ai miei di compiti in classe mi sono detta: “bhe scopiazzare dal temario, come si faceva ai miei tempi , non è tanto diverso dallo scopiazzare su chatGPT e photoshop per il fotoritocco si utilizza già da un bel po’. Certo molto meno funzionale. E… notizia recentissima : “ L’intelligenza artificiale batte ben 17 medici” . Pare che Il piccolo Alex per anni abbia sofferto di dolore cronico, senza che nessuno riuscisse a capirne la causa e che la madre, disperata, dopo aver consultato 17 specialisti, senza ottenere risposte , abbia inserito i dati di suoi figlio e i risultati della risonanza magnetica su chatGPT e che questa abbia suggerito una possibile diagnosi rivelatasi, poi, corretta.
Morale della favola, come sempre, c è da prenderne il bello facendo attenzione al brutto; le potenzialità e non le distorsioni.
In altri termini, il dottore può avvalersi degli strumenti messi a disposizione dal progresso tecnologico; l’adolescente solo, con adulti diventati sordi, quando l’amico del cuore non è disponibile può affidarsi a quello virtuale e l’alunno in difficoltà con la versione di latino può sbirciare da chatGPT.
La tecnologia diventa nociva quando cessa di essere un mezzo per divenire un fine.Concludo, citando Aristotele e la ricerca del “giusto mezzo”.