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L’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale, di chatGPT, diviene, come la politica improvvisata, un mero escamotage per camuffare la propria mediocrità culturale e morale.
Come Auto-Tune, per la manipolazione dell’audio permette di correggere l’intonazione vocale, cosí la scarsa propensione a rispettare l’altro deturpa i sentimenti e i rapporti umani, visti solo come viatico per il raggiungimento dei propri obiettivi.
A scuola, all’università, al lavoro e a casa le risposte, anche scorrette, ce le suggerisce l’IA, per cui non vi è da scandalizzarsi se a ricoprire cariche istituzionali, cattedre di docente, ruoli medici delicatissimi ed incarichi di alta responsabilità siano persone incompetenti e prive di scrupoli.
Anche l’amore di questi tempi assume un significato diverso: non è più un donarsi reciprocamente, nè tantomeno passione e desiderio di rendere felice qualcuno che ci sta a cuore, ma svogliata propensione al soddisfacimento del proprio ego.
Amarsi è terminare il compitino prima possibile col suggerimento di chi si pensa ne sappia più di noi; facile, e non solo fluido, è il ricercare risposte su Google: allora la nostra intelligenza, tanto decantata da Dante, dagli autori umanisti e rinascimentali prima e dagli Illuministi poi, a cosa serve?
A cosa serve studiare, crearsi un pensiero critico, leggere libri, imparare un mestiere, fare politica senza improvvisare, se bastano Internet e l”intelligenza artificiale, un mucchio di voti ottenuti con inganni e promesse, un titolo di studio pagato e non sudato per sentirsi chiamare dottore, sindaco o consigliere?
Incolpiamo i giovani, ce la prendiamo con la stampa e i mass media tutti, con i nostri politici, con Dio a volte: tuttavia se viene definita giornalista anche una pseudo velina che non sa tenere la penna in mano,, se gli influencer sono più osannati e pagati di un docente che svolge il proprio mestiere con passione, se un neofita diviene Presidente del Consiglio, se Olly vince Sanremo, se i calciatori miliardari sono depressi, se la giustizia punisce gli innocenti e scagiona i farabutti, se l’amore è ormai mercificazione della propria immagine e video sui cellulari, se la versione di latino la posso scopiazzare da internet senza sforzo, se la bestemmia e gli insulti non fanno più indignare nessuno, se la corruzione dilaga più della droga, se Dio è morto, se il diploma e la laurea si prendono on line e crocette sborsando migliaia di euro, se gli altri se ne fregano degli altri, se i pregiudicati vanno in TV e diventano un modello da emulare, se nascono progettiste che sono brave solo a tessere tele di amicizie influenti, se la gente capace annaspa e i lestofanti furbi sguazzano nella ricchezza, se muoiono e soffrono sempre i migliori, se la vita è ingiusta…con chi dobbiamo prendercela?
Certamente non con la tecnologia sempre più avanzata o con le divinità perché la colpa è solo nostra, di noi esseri umani che ci siamo comodamente sdraiati sul tappeto del ” tutto e facile” e dell’evanescente ed ingiustissimo ” salti chi può “.
Allora io stessa, che di pensieri e parole ne ho da vendere, che ho studiato senza Internet e senza aiutini, con difficoltà e caparbia, vacillo nella speranza del cambiamento e del miglioramento; lottare contro i mulini a vento non giova a nessuno, imprecare e farsi salire la pressione neppure.
Di sicuro, però, la rabbia cova sotto le ceneri e deturpa, avvizzisce gli animi più nobili, fa perdere la voglia di restare fuori dal gregge, non uniformarsi alla massa informe dei soliti raccomandati, perché pure copiare richiede intelligenza e bravura, come ammettere i propri errori e ritirarsi dalle stanze del potere o dalle poco sudare carte, se non è arte vostra.
La coscienza, come l’amore, la cultura reale, la dignità e bla bla bla, almeno quelli, andrebbero preservati come i koala e i panda in via d’estinzione.
Annalisa Capaldo♥