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A cura di Giovanni Coppola
Non passa ai voti la sfiducia al primo cittadino, grazie al dietrofront dei dissidenti Berritto e Attianese. Apre il consiglio la relazione sulla sfiducia letta dal consigliere Tafuro, che dopo aver terminato richiama brevemente alle responsabilità dei firmatari. Aperta la discussione, interviene il consigliere Ciliberti che chiede pubblicamente ad Avagnano di decidere da che parte stare. Pronta la replica di quest’ultimo con dichiarazioni pesanti, facendo riferimento addirittura ad una mediazione con un esponente della microcriminalità, di cui gli era stato chiesto di segnalare il curriculum per una nota azienda che si occupa di ambiente. Dichiarazione forte quella di Avagnano a cui Ciliberti non ci sta battendo i pugni sul banco della maggioranza.
Si anima così il consiglio che prende una brutta piega, sedata dal presidente dell’Assise, Fiorina Longobardi, che minaccia di allontanare qualcuno dall’aula. Passa la parola poi a Pasquale Aliberti che, rivolgendosi a Salvati, si difende dicendo che negli interventi precedenti mai nessuno ha parlato delle motivazioni e quando Salvati tenta di controbattere, dichiara ufficialmente di non convergere mai dall’altra parte del centrodestra e ribadisce di essere pronto a ragionare con De Luca.
Presente in sala anche la figlia del sindaco, in lacrime e fortemente provata dalla pressione subita dal papà a cui ha chiesto di lasciare la città di Scafati, per le troppe volte in cui ha visto suo padre colpito dal fuoco amico. Richiesta pubblicamente respinta dal sindaco che rivolgendosi alla figlia, dice che mai lasceranno questa città perché la amano e la città ama loro.
Si chiude il consiglio con la vittoria di Aliberti ma restano tanti dubbi sul futuro. A riguardo, Salvati lo avvisa per esperienza vissuta, che magari è finito il tempo dei dissidenti ma potrebbe iniziare quello di chi fino ad oggi lo ha sostenuto. L’augurio di tutti è che la città non rimanga senza governo seppur precario fino alle prossime elezioni.