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Rien ne va plus. Potremmo sbilanciarci e dire pour toujours.Ma attenti a non sbagliare qualche accento. Attenti a non lasciarci spettinare dal vento. Però qualcuno poi sutura le ferite.C’è qualcuno da fuori che ci aspetta alle uscite. Come il giocatore sconfitto che si allena per nuove partite. La portinaia che ci dice buongiorno. E il girone di andata fa posto al ritorno. Sta decollando un satellite e gravita attorno (testo di Enrico Ruggeri)
Le fritture, le ambulanze per festeggiare una vittoria elettorale, gli appalti strani, i voti a valanga promessi e portati a chi di dovere (De Luca), il sindaco di tre città diverse (Torchiara, Agropoli, Capaccio Paestum), il presidente della Provincia di Salerno, l’uomo amato o tollerato dal Pd. Insomma Franco Alfieri: dimessosi da Presidenza della Provincia e quasi contemporaneamente mandato a casa da sindaco di Capaccio Paestum dai suoi, che non potevano far altro che sfiduciarlo dal notaio e staccare definitivamente la spina. Eppure quando è andato a dimettersi, scortato a distanza visto che è ancora ai domicilari, Alfieri ha ricevuto abbracci, lacrime di circostanza ma anche no, persino applausi. Nella sua città, in versione social, pullulano giudizi bonari, ovviamente figli di chi da compaesano (non andiamo oltre) tanto ha ricevuto con l’Alfierismo centro di gravità permanente. Ma l’Alfieri può dirsi categoria dello spirito e categoria politica ? Difficile rispondere in entrambi i casi. L’etica direbbe certamente no. Ma la decadenza a ogni livello suggerirebbe prudenza nella risposta negativa. Alfieri, come l’omonimo letterato, volle sempre volle e fortissimanente volle (tutto il potere possibile, magari per distribuirlo, usarlo e portarlo in dote al Sopraelevato). Oggi è soltanto un uomo che presto tornerà totalmente libero e dovrà difendersi dalle accuse. Uno, nessuno e centomila. Il protagonista di quella pirandelliana vicenda, Vitangelo Moscarda, che la moglie Dida chiama Gengè, è una persona ordinaria, che ha ereditato da giovane la banca del padre e vive di rendita. Un giorno, però, la moglie gli fa notare che il suo naso “pende verso destra”, e dalla scoperta di questo difetto (di questa “menda”) si scatena in lui una crisi di identità, un vero e proprio abisso nel quale egli non sa più riconoscere se stesso, non sa più chi sia il Moscarda che ha sempre ritenuto di essere (con un naso perfettamente dritto). Insomma, egli si rende conto di non essere lo stesso Moscarda percepito dagli “altri”, i quali vedono e dialogano con un Moscarda che di volta in volta essi plasmano a seconda delle proprie percezioni. Con chi ha abbiamo avuto a che fare noi ? Con l’amministratore attento ai bisogni delle proprie città o con il politico spregiudicato ? Con le strade rimesse a nuovo o con quelle mai fatte ? Con la sinistra di governo o con quella da Amici Miei parte infinita ?