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A cura di Giovanni Coppola
A quasi 24 ore dalla fine del consiglio comunale in cui si è deciso che Aliberti resta in sella, non si direbbe che la partita sia ancora chiusa. Infatti crescono dissapori per la rimaneggiata parte di dissidenti ed anche le reazioni degli altri firmatari non sembrano tanto soft.
Apre il primo cittadino con un post social commentando il consiglio di ieri definendo, tra le sue righe, la mozione di sfiducia – “assolutamente strumentale” – tanto da costringere chi aveva firmato a non entrare mai nel merito delle motivazioni ma addirittura parlare di Scafati a partire dal 1970.
Nel frattempo alza la voce anche Ignazio Tafuro, che ha avuto l’onere di relazionare la mozione di sfiducia, anche lui attraverso i social sezza mezzi termini, commenta dicendo che il consiglio ha chiarito in modo evidente le diverse posizioni della maggioranza e, chi legato alla poltrona, ha sacrificato i principi fondamentali della lealtà facendo un passo indietro dopo aver firmato gli atti.
Si accoda alle critiche, il dissidente Avagnano, dicendo dice che avevano firmato una sfiducia e il voto è conseguenziale, dopo aver fatto dichiarazioni forti già in consiglio comunale.
Non poteva mancare a questo appello il leader di Scafati Arancione, Francesco Carotenuto, anche lui senza mezzi termini definisce il consiglio di ieri come una – “pagliacciata” –
Queste le reazione dei protagonisti, resta da vedere cosa decideranno i dissidenti convinti Avagnano e Barone, coerenti con la scelta, se passare all’opposizione o meno. Noi restiamo vigili per eventuali aggiornamenti che potranno esserci già a partire dal consiglio comunale convocato per domani.