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I concorsi pubblici per il reclutamento dei dirigenti scolastici dovrebbero garantire la selezione dei candidati più meritevoli, in base a criteri di trasparenza e competenza. Tuttavia, nel corso degli anni, numerose irregolarità hanno messo in discussione l’imparzialità delle procedure, in particolare per quanto riguarda la valutazione delle prove scritte. Il problema dei favoritismi, delle influenze politiche e delle manipolazioni nei processi concorsuali ha generato un’ondata di ricorsi, con sentenze dei tribunali amministrativi che hanno ripetutamente annullato le procedure. Uno degli aspetti più critici riguarda l’assenza di trasparenza nella correzione delle prove scritte. I criteri di valutazione spesso non sono chiari e non esistono adeguati meccanismi di revisione indipendente. In molti casi, i candidati non hanno accesso a una motivazione dettagliata dell’esito della loro prova, lasciando spazio a sospetti di arbitrarietà nelle correzioni.
Negli anni, numerosi candidati hanno denunciato l’esistenza di favoritismi nei concorsi per dirigenti scolastici, con una tendenza a premiare parenti e conoscenti di coloro che operano nei vertici degli uffici scolastici regionali e territoriali. Le modalità di assegnazione dei punteggi e l’assenza di un effettivo anonimato nella valutazione contribuiscono ad alimentare questi dubbi.
Le irregolarità nei concorsi per dirigenti scolastici hanno portato a numerosi ricorsi amministrativi. In particolare, la sentenza del TAR del 2 luglio 2019 e quella del Consiglio di Stato del 22 gennaio 2022 hanno evidenziato gravi criticità nel processo di selezione, sottolineando che il Ministero dell’Istruzione deve prendere atto della mole di ricorsi che da anni intasano i tribunali amministrativi. Queste sentenze hanno ribadito l’urgenza di risolvere questioni fondamentali, come la violazione dell’anonimato nelle prove scritte e le manipolazioni dei codici sorgente del CI.Ne.Ca., il sistema informatico utilizzato per la gestione delle procedure concorsuali. Un aspetto particolarmente grave riguarda il disvelamento dell’anonimato, che non è avvenuto in pubblico, creando un precedente preoccupante per la trasparenza dei concorsi futuri.
L’inefficienza e la mancanza di trasparenza nella selezione dei dirigenti scolastici non solo minano la fiducia nel sistema concorsuale, ma incidono direttamente sulla qualità della scuola italiana. Una selezione iniqua porta a un corpo dirigenziale non sempre all’altezza delle sfide educative contemporanee, con ripercussioni negative sulla gestione degli istituti e sulla formazione degli studenti. Per garantire una selezione trasparente e meritocratica, sarebbe necessario adottare alcune misure concrete:
• Anonimizzazione effettiva delle prove scritte, con l’uso di sistemi certificati e indipendenti per la correzione.
• Commissioni di valutazione indipendenti, evitando che i membri abbiano legami diretti con i candidati.
• Accesso ai criteri di valutazione, con motivazioni dettagliate per i punteggi assegnati.
• Maggiori controlli sulle piattaforme informatiche, per prevenire manipolazioni nei processi di valutazione.
• Introduzione di verifiche post-concorsuali, per individuare eventuali anomalie e correggerle tempestivamente.
• Corsi intensivi di formazione, anche selettivi, dopo la procedura di preselezione, che rappresenta la forma più oggettiva di selezione a monte del sistema concorsuale.
L’assenza di trasparenza nei concorsi per dirigenti scolastici è un problema che da anni affligge il sistema educativo italiano. Le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato dimostrano come sia indispensabile un intervento normativo per garantire selezioni eque e meritocratiche. Solo attraverso una revisione strutturale delle procedure concorsuali si potrà assicurare che i dirigenti scolastici siano scelti esclusivamente sulla base delle loro competenze e non per conoscenze e favoritismi, restituendo così credibilità all’intero sistema educativo.