
Prendi una mostra ..una di quelle grandi..una di quelle che ha bisogno di almeno 2000mq di spazio per allestirla.. e rendila COMPACT..rendila fruibile a pochi “eletti” ed ecco che si materializza nel mio I.C. brianzolo. Grazie alla Campagna Senzatomica e alla tenacia di un’amministrazione comunale che, da sempre, si
impegna nelle campagne contro il nucleare, gli studenti hanno potuto conoscere più da vicino uno dei momenti della Storia del 900 più bui e controversi: il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, ridotto
ormai a un paragrafetto nei libri di Storia.
L’AUDIO PODCAST DI TIZIANA LOFFREDO
Sì, quel paragrafetto che fa quasi da corollario alla fine della Seconda guerra mondiale, senza far il minimo accenno a quello che ha portato alla distruzione, alla dissoluzione di città scelte una non a caso, l’altra proprio a caso. Hiroshima, base militare nipponica , città industriale ricca, era un obiettivo individuato; Nagasaki era invece la seconda scelta perché su Kokura le condizioni atmosferiche avverse, troppe nubi, ostacolavano la missione aerea. Hiroshima e Nagasaki il 6 e 9 agosto di 80 anni fa furono illuminate da una luce abbagliante, un sole che andava a inondare di luce innaturale due mattine d’estate.
E le sirene che annunciavano le incursioni aeree nemiche non fecero in tempo ad allertare gli inermi abitanti, perché era tutto troppo insolito: non una miriade di bombardieri che si era soliti vedere ma uno solo.
Il primo della missione aveva anche un nome materno Enola Gay, in onore della madre del pilota, il colonnello Tibbets e trasportava Little Boy, una bomba all’uranio. Il “ragazzino” venne sganciato e
l’esplosione provocò tempeste di fuoco, alimentate da fortissimi venti, generati dall’onda d’urto. Il 90% degli edifici fu raso al suolo. Seguì il “fallout”: tutto il materiale coinvolto ricadde sottoforma di pioggia e ceneri radioattive. Tre giorni dopo toccò a “Fat man” la bomba al plutonio più cicciona di quella precedente che mise fine a
una città priva di nuvole quella mattina d’agosto.
Il fungo che si innalza nel cielo del Sol Levante, i ragazzini che corrono ustionati in cerca di sollievo sono immagini note, ma non tutti sanno cosa sia accaduto ai sopravvissuti dei bombardamenti: gli HIBAKUSHA.
Gli Hibakusha hanno fondato un’organizzazione che nel 2024 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace e laloro testimonianza alle nuove generazioni porta un segno di pace e speranza. Ricordando quello che è stato, con testimonianze forti di quando bambini o poco più cercavano di lavarsi con l’acqua contaminata
dei pozzi per togliersi di dosso quel catrame che sottoforma di pioggia nera li stava sporcando; o dopo giorni di digiuno raccoglievano pomodori a terra per sfamarsi e avvertire dolori atroci e dissenteria.
La gente moriva dopo qualche giorno in preda a urla agghiaccianti, con vermi che ricoprivano i loro corpi e che fuoriuscivano dalla bocca e dalle narici. Gli Hibakusha, i sopravvissuti, a lungo vennero discriminati perché contaminati, radioattivi e quindi sicuramente generatori di figli malati e deformi.
Gli Hibakusha hanno dovuto lottare per sopravvivere a Little Boy e Fat Man ma anche ai denigratori. I racconti degli Hibakusha non si trovano sui libri di Storia, per questo fanno sì che il mondo sappia anche l’altra faccia di questa storia, quella in cui gli americani dissero che questo bombardamento aveva comunque evitato la morte di almeno 200 mila americani che avrebbero dovuto affrontare un conflitto terrestre contro i Giapponesi che non intendevano arrendersi quando ormai la guerra era finita. Sì, gli americani erano salvi, ma chissà cosa avrà pensato la signora Enola Gay quando il mondo seppe che
era diventata “ la signora della morte”!