
In un momento storico segnato da un preoccupante aumento di femminicidi e violenze di genere, la decisione del governo di introdurre un codice Ateco per la prostituzione solleva interrogativi profondi sulla direzione che stiamo prendendo come società. Questa scelta non solo rischia di legittimare un sistema intrinsecamente fondato sullo sfruttamento, ma alimenta una narrativa che continua a dividere le donne in “sante” e “puttane”, in base alla loro aderenza a ruoli tradizionali e patriarcali.
Diciamolo chiaramente: si tratta di puro populismo. In Italia, grazie alla legge Merlin, la prostituzione non è illegale; ciò che è vietato è lo sfruttamento e il favoreggiamento. Lina Merlin, con una visione lungimirante e profondamente femminista, raccolse le testimonianze di centinaia di donne, dando voce a esistenze spezzate dal sistema delle case di tolleranza. La sua legge non solo abolì i bordelli, ma cercò di restituire dignità e umanità a chi era stato ridotto a merce.
Riaprire le case di tolleranza non è una soluzione, ma un ritorno a una visione degradante e oggettivante del corpo femminile. La prostituzione non può essere trattata come un lavoro qualsiasi, perché è intimamente legata a dinamiche di potere, coercizione e sfruttamento. Inoltre, la scelta di introdurre un codice Ateco finirebbe per “schedare” le donne, riducendole a numeri in un sistema fiscale, senza affrontare le cause profonde della loro vulnerabilità.
Come femministe, dobbiamo respingere con fermezza questa forma di normalizzazione e chiedere politiche che promuovano l’uguaglianza, il rispetto e la dignità di tutte le donne. La vera emancipazione non passa attraverso sistemi di sfruttamento, ma attraverso la creazione di opportunità che consentano a ogni donna di vivere libera da coercizioni e violenze.
Il femminismo è inclusivo, solidale, e non accetterà mai di vedere le donne divise in categorie arbitrarie. Questo è il momento di unirci e far sentire la nostra voce.
C’era una poesia di Totò, La Mundana.
Il maresciallo, dopo l’ennesima aggressione, diceva a questa donna:“Ma perché non cambi destino?”
E lei rispondeva:”E chi se la prende una che è fatta ‘a puttana?”