


Liberatevi dalle vostre catene, avete solo quelle da perdere!
Cosi tuonava due secoli fa Karl Marx e così oggi, nel giorno della Liberazione dal regime nazifascista in Italia, urlerò io.
Se fossi stata a Milano avrei partecipato al corteo da piazza San Babila per poi svoltare in piazza Matteotti, raggiungere piazza Meda e percorrere via Catena, largo Mattioli e via Case Rotte fino a piazza della Scala, via Santa Margherita e – contromano – via Mengoni, per poi finire davanti alla Cattedrale.
Tra migliaia di persone (si stima saranno più di 70mila) e di bandiere rosse, avrei ascoltato le parole di una vera partigiana, Sandra Gilardelli, perché la quintessenza del 25 Aprile non sono tanto i capi delle Istituzioni, quanto loro, i partigiani!
È grazie a loro, al loro sangue versato, se cantiamo Bella Ciao.
I partigiani afferivano alle Brigate Garibaldi, i GAP e le SAP facevano prevalentemente riferimento al Partito Comunista Italiano (PCI). Le Brigate Giustizia e Libertà facevano riferimento al Partito d’Azione (PdA) e le Brigate Matteotti al Partito Socialista Italiano (PSI). Durante la Resistenza italiana (1943/45) morirono più di 44.700 partigiani, tra combattenti e civili, 21.200 rimasero mutilati o invalidi.
Ho letto molti libri sull’antifascismo, uno su tutti Odio gli indifferenti di Antonio Gramsci, guardato molti film, come Il partigiano Johnny, tratto dal noto testo di Beppe Fenoglio, sorriso alle sagaci battute di Corrado Guzzanti, ma nulla di tutto ciò ha a che fare con la banale esposizione di una ghirlanda appoggiata sui monumenti dei caduti da parte di politici destrorsi.
Mi si perdoni la solita schiettezza, ma io non mi sono sentita mai inadeguata nel dichiararmi Comunista, nonostante la fine dei partiti, delle ideologie, delle scuole di partito, nell’era della mediocrità, degli improvvisati che fanno politica solo per i propri scopi personali, degli ipocriti mascherati da brave persone e di chat GPT.
Ho sempre storto il naso, nell’epoca postmoderna e post tutto, quando un politico o qualsivoglia essere umano mi abbia caldamente consigliato di adeguarmi al cambiamento, dì non dire più quella parola obsoleta e priva di connotazioni positive (COMUNISTA), se volevo fare carriera politica, se desideravo fare strada nel lavoro, nel giornalismo, nella vita.
Dicevo pure di si, ma dentro di me sentivo il cuore battere sulle note dell’Internazionale e il cervello fremere sulle biografie del Che: sono diventata prima comunista e poi antifascista e per me questi sono i due lati della stessa medaglia, imprescindibili l’uno dall’altro.
Ho sostenuto tanti esami che in seguito hanno avvalorato le mie idee, letto numerosissimi libri, e non saranno certo dei vecchi democristiani arrivisti a farmi vergognare della mia cultura e/o della mia visione del mondo.
Per questo, chiedo specialmente ai giovani, di liberarsi dal peso delle raccomandazioni e dalle promesse dei soliti nomi, di quelli ricchi che comunisti non potranno mai esserlo, nemmeno se volessero, per un difetto di fabbrica.

Liberatevi dalla concezione che il Comunismo sia solo dittatura del proletariato, estremismo e punkabbestie, leggete Il Comunismo spiegato ai ragazzi prima del Manifesto del Partito Comunista e di scegliere da che parte stare, ascoltate i Modena City Ramblers, se vi va.
Magari non diverrete tutti comunisti, ma almeno saprete realmente cosa significhi essere antifascista: lo so che oggi la sinistra non ha più una propria reale stabilitá politica, ma si può essere di sinistra anche sostenendo l’uguaglianza sociale e l’egualitarismo, percependo alcuni membri della società come svantaggiati rispetto ad altri e ritenendo che ci siano disuguaglianze ingiustificate che devono essere ridotte o abolite.
Liberatevi dai falsi schemi che la società, i mass media e i potenti del paesotto e del mondo vogliono imporvi e sentiatevi liberi di scegliere, di dire la vostra, di manifestare il dissenso, di combattere lo schiavismo e le ingiustizie, l’ipocrisia e la vigliaccheria.
Liberazione è il contrario del gettarsi sotto la bandiera del più potente, salire sul carro dei vincitori : da quando,infatti, la virtú è propria della maggioranza?
Buona Liberazione a chi sarà capace di spezzare le proprie catene, prima di quelle altrui!
Annalisa Capaldo