Esattamente 39 anni fa moriva a Roma uno tra i nocerini più illustri di tutti. Giuseppe Marrazzo, detto Joe. Nato cresciuto al rione Casale del Pozzo, Marrazzo iniziò la sua carriera collaborando col quotidiano Il Mattino. In seguito continuò come inviato per altri giornali, tra cui Omnibus, Epoca e Tempo illustrato. Nel 1965 passò dalla carta stampata alla televisione: per la Rai produsse inchieste e servizi per i programmi TV7 e Cordialmente; Europa Giovani e AZ. Successivamente lavorò per la rubrica TG2 Dossier, focalizzando i suoi approfondimenti sulle organizzazioni mafiose.
Sposato in prime nozze con Luigia Spina, italo-americana, ha avuto nel 1958 un figlio, Piero, che ha intrapreso anch’egli la carriera giornalistica e, in seguito, quella politica (è stato presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2009); anche il figlio più piccolo, Giampiero, nato nel 1979 da un secondo matrimonio, è giornalista.
Partendo dalle sue inchieste, Marrazzo ha scritto diversi libri, tra cui il più famoso è Il camorrista (pubblicato nel 1984), in cui racconta la vita di Raffaele Cutolo, uno dei boss campani più influenti durante gli anni ottanta: è un libro del quale lo scrittore Roberto Saviano ha dichiarato, durante la trasmissione televisiva Blu notte – Misteri italiani, di essere debitore per parecchi spunti, nella scrittura del suo Gomorra. Da Il camorrista fu tratto nel 1986 l’omonimo film, che segnò l’esordio cinematografico alla regia di Giuseppe Tornatore. Marrazzo ha ricevuto numerosi premi giornalistici, in particolare quello di Cronista dell’anno nel 1978. A Nocera è ricordato anche per il suo impegno politico: all’alba dei difficilissimi anni Ottanta fu consigliere comunale, eletto da indipendente col Pci.
Nel corso della sua breve vita, Marrazzo è morto nel 1985 a 57 anni, ha subito numerose intimidazioni e minacce, come l’incendio di tre auto ma ciò nonostante non ha mai avuto la scorta, che all’epoca non si usava per i giornalisti. Dopo molteplici intimidazioni, la sua auto fu data alle fiamme nel garage del palazzo dove abitava. Dopo pochi giorni, un addetto della FIAT bussò a casa sua e gli consegno un’auto nuova accompagnata da un biglietto. C’era scritto: SU LA TESTA, SUO GIANNI AGNELLI (il ricordo è testimoniato dalla memoria storica nocerina Angelo Verrillo).
Joe non si è limitato ad approfondire dei temi scottanti ma è riuscito, con la sua impareggiabile empatia, a entrare nella psicologia dei personaggi intervistati riuscendone a carpirne i lati oscuri e cose non dette.
Nella sua vita professionale, Marrazzo non si è occupato solo di giornalismo di inchiesta, ha firmato anche servizi memorabili nel campo del sociale.
Per chi volesse avere una dimostrazione della sua multiforme capacità consiglio, la visione di “Sciuscià 80”, un reportage mandato in onda il 23 dicembre 1979 da Tg Dossier. Si tratta di interviste in diretta a bambini napoletani dai 5 ai 10 anni che non frequentano la scuola dell’obbligo e girano la città in motorino, vivendo di piccoli espedienti.
ROSALBA CANFORA