Il re delle rane persuade il bisognoso figlio del re dei topi a montare sulle sue spalle per visitare il torrente Cavaiola, assicurandolo che non correrà pericoli. Tuttavia, appare all’improvviso un serpente d’acqua ed il re uscente, per sfuggirgli, s’immerge, facendo così annegare il topo bisognoso. La guerra scoppia immediatamente, e proprio quando la vittoria sembra ormai dei topi, il capo dei Montanari scaglia il suo fulmine, e allo stesso tempo i granchi cerebrolesi, giunti sul campo di battaglia, annientano alcuni topi facendoli a pezzi, mentre altri fuggono in preda al panico.
La battaglia si svolge nell’arco di un paio di mesi, contro i dieci anni di durata della stasi ormai trascorsa.
La Batracomiomachia di Nocera Superiore è uno specie di avvilente parodia, a tratti scherzosa, che dovrebbe avere non poca diffusione in ogni epoca e in ogni luogo. La guerra dei topi e delle rane, in particolare, recupera tematiche già trite e ritrite nelle altre campagne elettorali in cui si vedono gli stessi cognomi e spesso i medesimi volti, si sentono le solite promesse e i consueti slogan acchiappavoti.
Così, ad esempio, i comizi dei politacanti la rassegna degli aspiranti consiglieri, le esortazioni e le scene di gente che mira solo a mantenere o a raggiungere un posto sono un palese riferimento all’Iliade (ad esempio la trappola per topi potrebbe essere la cabina elettrorale, ossia un “inganno di legno”). Allo stesso modo, gli aspiranti sindaci, vecchi, nuovi o similnuovi,sono modellati sui vecchi modelli passati.
Chi vincerà tra i topi, le rane e i granchi?
Ma soprattutto chi andrà a votare pensando malauguratamente che qualcosa possa davvero migliorare?
Annalisa Capaldo