A Nocera Superiore il 25 Aprile non l’ho mai respirato, vissuto, sentito davvero, quest’anno men che mai, tra cartelloni e gigantografie elettorali sui muri della città in vista delle amministrative del prossimo mese di giugno.
Il 25 Aprile l’ho sentito leggendo il Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio, studiando per l’esame di storia dei partiti e dei movimenti politici all’ Università sul testo di Eric Hobsbawm “Il secolo breve”, conoscendo veri antifascisti e partigiani come mio nonno Domenico, prigioniero in Germania durante la seconda guerra mondiale. Ecco, lui i nazisti li ha visti davvero da vicino ed ha potuto raccontarmi cosa realmente facessero, assieme ai fascisti di casa nostra. Orrore. Abominio. È lì che decisi da che parte stare, di fronte alla gobba di mio nonno, alla sua Grande Anima.
Poi ho iniziato a leggere le Lettere dal carcere di Gramsci e ancora mi pare di sentire le parole di Mussolini quando decise di metterlo in gattabuia ed impedire al suo cervello di pensare per almeno 20 anni.
Dalla vita e dalle opere di Gramsci ho ricevuto la mia vera e propria formazione culturale e politica. Il mio antifascismo è ben più che essere ” convintamente democratica, radicalmente repubblicana, irriducibilmente costituzionalista ” : se avesse ancora senso definirsi Comunista, beh, io sarei proprio quello.
Ma se mi fermo a guardare i politici locali che si dicono quasi in sordina di sinistra e poi quelli nazionali mi sento male, mi viene quasi la nausea e di sicuro peggiora la mia emicrania.
Non voglio neppure menzionare quelli che hanno il coraggio e l’orgoglio di definirsi di destra o i moderati che altro non sono se non ignavi, gli indifferenti gramsciani.
Buon 25 Aprile a chi ha il coraggio di dire ancora e sempre la verità, a chi non si arricchisce sulle spalle degli operai e della povera gente, a chi non maltratta con parole e gesti il proprio simile umiliandolo e spaventandolo, a chi lotta ancora contro le ingiustizie e le incongruenze del sistema, a chi si infuria dinanzi ad un torto subito in prima persona e con le unghie e con i denti difende la propria dignità, a chi sente nelle viscere le ingiustizie del Venezuela e della Papua Nuova Guinea, della nera Africa e del Medio Oriente, a chi non dimentica le vere battaglie di Ernesto Che Guevara o del Mahatma Ghandi.
Le Grandi Anime festeggeranno il loro 25 Aprile senza deporre corone di fiori sui monumenti per poi scannarsi in campagna elettorale per un pugno di voti ( o di dollari ) in un paese di caccia e raccolta che nello scenario mondiale non esiste nemmeno come puntino sul planisfero; le Grandi Anime non si svendono per le promesse di incarichi e ricompense; le Grandi Anime festeggiano il 25 Aprile ogni volta che si svegliano la mattina e si rinnovano snobbando gli arrivismi e le bieche ambizioni personali dei più.
Buon 25 Aprile alle Grandi Anime!
Annalisa Capaldo