#FreeAssange, questo il messaggio lanciato negli spazi del Museo di Capodimonte ieri mattina dagli attivisti del comitato Free Assange Napoli. Una protesta composta, non violenta, allestita poco dopo mezzogiorno e che ha lasciato sostanzialmente indisturbati i visitatori delle sale del Museo.
Esanimi sul parquet o seduti con indosso l’uniforme arancione dei detenuti americani, le mani incatenate e il volto coperto da una maschera che ritrae l’attivista australiano con la bandiera Usa a fare da bavaglio alla bocca: queste le forme con cui è andato in scena il flash mob per la libertà del giornalista australiano fondatore di WikiLeaks.
È con un appello social che il comitato ha invocato la presenza della cittadinanza del capoluogo campano per manifestare in favore della libertà personale di Assange.
«Il nostro concittadino Julian Assange continua ad essere privato della libertà personale, senza aver subito alcun processo: prima da rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador di Londra, poi da detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, dove attualmente ancora è rinchiuso. Dopo la lunga attesa dell’udienza dell’Alta Corte di Londra, in merito all’estradizione negli Stati Uniti, lo scorso 26 marzo c’è stato un ennesimo rinvio: i giudici hanno rinviato al 20 maggio la decisione sull’eventuale estradizione, chiedendo nuove assicurazioni agli Stati Uniti in merito a come sarebbe trattato se fosse estradato e processato negli Usa. Intanto, di rimando in rimando, Julian Assange resta in un carcere di massima sicurezza, vittima da 14 anni di una insopportabile persecuzione politica, solo per aver fornito al mondo le prove dei crimini di guerra, delle torture e dei massacri di civili, dall’Afghanistan, all’Iraq, a Guantanamo,» scrive il comitato sulla pagina social dell’evento.
«Oggi, mentre assistiamo a un genocidio in corso in Palestina, a equilibri internazionali sempre più tesi, a una guerra senza quartiere al giornalismo indipendente e alla libertà di stampa, la vicenda di Assange assume un valore ancora più forte. Ora, come non mai è necessario tenere alta l’attenzione sulla sua vicenda e non voltarsi dall’altra parte,» concludono.