Ormai manca pochissimo al voto per eleggere il nuovo sindaco con annesso Consiglio comunale nella mia città.
Come giá scritto in precedenza io non ho voluto farne parte nonostante la voglia di dare un personale e sensato apporto: ritengo, tuttavia, che la concretezza di un progetto e la coerenza della scrittura possano essere dimostrate e messe in essere anche senza metterci la faccia.
La rincorsa ai voti non mi si confá, di sicuro non sulle poltrone a farsi immortalare nè sui palchi allestiti per fare la sfilata a suon di musica e bieco maschilismo. Infatti ho appurato ancora una volta la mera ipocrisia da parte di candidati maschi che solo per il proprio tornaconto o per sembrare politically correct hanno invitato aspiranti consigliere a ricevere mazzi di fiori in cambio di parole banali e futili promesse. Voi donne siete fondamentali anche in politica, ho sentito più volte proferire, ma in fin dei conti nulla si è fatto sinora per le donne se non dare contentini, far apparire in tailleur qualche aspirante e promettere incarichi.
In questa campagna elettorale ho ricevuto a casa candidate di ogni schieramento ed ho rinvenuto un comune denominatore: donne che implorano di votare per loro senza capire un fico secco di politica dal momento che affermano la priorità del voto per conoscenza, nemmeno dare la preferenza al loro sindaco o al consigliere maschio che le affianca. L’importante è che voti per me, insomma.
Non mi è neppure piaciuto il diniego di qualcuno al confronto pubblico, alla democratica comunicazione a mezzo stampa perchè i cittadini non si confondano, è stato detto. Ma le idee palesate per mezz’ora di dibattito civile possono confondere? A me sembra di veder considerato il popolo ignorante e sciocco di fronte a queste esternazioni.
Nessuna polemica, nessun’accusa. Non mi piace il vecchio quanto questo pseudo nuovo. Per non parlare delle aspirazioni velleitarie di tante donne e molti uomini.
Dunque essi si affacciano sulla scena politica di questa mia cittá con velleitá di assessorati, carica di vicesindaco, presidente del Consiglio comunale, chi prende più voti vince, chi viene sostenuto dal volpone astuto di turno ha diritto ad occupare la poltrona ambita. C’è chi ha potuto campare di ciò per 10, 20 anni, un’intera vita.
Io so fare questo, io so fare quello, io ho sempre fatto politica, io sono una persona onesta, io non sono come gli altri, io sono di Nocera Superiore, io voglio fare questo per il bene del paese, io ce l’ho giá il posto di lavoro e non ho bisogno della politica per vivere, io ho una laurea, io sto per prenderla.
Mi fermo qui ma giuro di averne sentito delle belle e temo di sentirne ancora fino a lunedí 10 giugno, quando, a partire dalle 14.00, comincerá lo spoglio.
Ad ogni preferenza accordata al sindaco o al consigliere o alla consigliera, Nocera Superiore sobbalzerá, ci saranno i soliti delusi, qualche trionfatore e poi un lustro di amministrazione che, senza troppe speranze, continuerà ad autoelogiarsi a dispetto di problemi perenni e insostenibili.
Allora, vinca il migliore, anzi no, il meno peggio, anzi la continuità, no, scusate, il cambiamento, ma no, i giovani, o le donne, o il medico che può tornare utile.
Insomma checchè se ne dica, bisogna andare al voto perché l’errore più grave è sempre astenersene.
Annalisa Capaldo