I Consiglieri di Minoranza non sanno più a cosa aggrapparsi. Sono arrivati addirittura ad impartire al TAR lezioni su come avrebbe dovuto decidere. Anche se la verità è dura da ammettere, è questa:
1) certamente il Comune ha dovuto difendersi in giudizio contro il ricorso proposto dai Consiglieri di Minoranza. Lo ha fatto in modo responsabile affidandosi ad un legale con specifica competenza in materia di pianificazione generale, non avendone in dotazione data anche la rarità di questo tipo di contenzioso;
2) da 40, 30, 20, anni il PUC era atteso a Roccapiemonte ed ora c’è. Il risultato parla da sé. Un Puc al vaglio dell’autorità giudiziaria è chiaro che non può essere portato in attuazione senza riserve.
3) il TAR ha dichiarato inammissibili solo le censure di ricorso che riguardavano il dimensionamento alla base del Puc.
Tutte le altre censure di ricorso sono state dichiarare infondate come si legge nel dispositivo della sentenza e quindi rigettate. Ora, i Consiglieri di Minoranza fingono di non sapere (almeno si spera per loro) che, quando un Giudice dichiara un motivo infondato e lo rigetta è proprio perché lo ha esaminato nel merito! Ed ecco che la censura relativa alle presunte incompatibilità è stata rigettata per infondatezza non essendo riusciti i Consiglieri di Minoranza a darne la prova in giudizio, tanto è vero che la predetta censura è stata definita dal TAR generica, ellittica ed esplorativa, laddove, in gergo, il termine “esplorativo” è proprio significativo della carenza di prove a sostegno.
Del resto, in senso contrario, il Comune aveva depositato in giudizio ampia relazione tecnica che smentiva tutto in modo incontestabile. I Consiglieri sul punto non sono nemmeno riusciti a dare la prova di resistenza e cioè a dimostrare che senza il voto dei Consiglieri che a loro dire avrebbero dovuto astenersi il Puc non sarebbe stato approvato. Morale della favola: ci auguriamo che i Consiglieri di Minoranza abbiano sufficiente dignità per rimanere in silenzio, una volta tanto non guasta. Anziché mettere in atto ancora condotte ai limiti della calunnia, facessero appello se ci credono.
Il sindaco Carmine Pagano
L’assessore Anna Bruno