In base alla Costituzione, sulla tutela della salute le regioni italiane godono già di un certo grado di autonomia rispetto al governo centrale: la sanità infatti rientra tra le cosiddette “materie concorrenti”, ossia le materie su cui sia le regioni sia lo Stato possono legiferare. Negli anni le varie regioni hanno dunque sviluppato modelli di organizzazione sanitaria diversi, con notevoli disparità tra l’una e l’altra.
I dati del Crea permettono di identificare quattro gruppi di regioni in base ai livelli di tutela sanitaria. Il gruppo delle regioni migliori è formato da Veneto, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano e Toscana, con livelli complessivi di performance tra il 54 per cento e il 60 per cento. Il secondo gruppo include Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Liguria, Valle d’Aosta, Marche e Lombardia, con punteggi tra il 45 per cento e 50 per cento. Il gruppo intermedio comprende Sardegna, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo e Puglia, con punteggi che variano tra il 37 per cento e il 44 per cento. Infine, il gruppo delle regioni peggiori è formato da Sicilia, Molise, Basilicata e Calabria, con livelli di performance inferiori al 35 per cento.