Presidenti delle varie commissioni parlamentari europee, ossia i luoghi dove si scrivono e modificano in prima battuta le proposte di legge, la situazione per il governo è tosta. Nonostante i suoi 24 eurodeputati e la guida di una maggioranza che Meloni non scorda di definire “solida” nel terzo Paese più importante dell’Unione europea, Fratelli d’Italia non occuperà nemmeno una casella. C’è di peggio per l’esecutivo: nessuno dei tre partiti che lo compongono avrà un presidente di commissione, con Forza Italia che perde quello agli Affari Costituzionali, Salvatore De Meo, senza piazzarne altri, nonostante sieda all’interno del gruppo più importante della Plenaria. Roma potrà vantare ancora due presidenti di commissione, ma entrambi rappresentano le opposizioni: Antonio Decaro (Pd, S&D) sarà alla guida della commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare (ENVI), mentre Pasquale Tridico (M5S, The Left) siederà nella poltrona più importante della sottocommissione per le Questioni Fiscali (FISC). Questo nonostante i gruppi di riferimento dei partiti di governo, escluso quello della Lega sul quale, come detto, è stato imposto il cordone sanitario, abbiano ottenuto diverse presidenze, secondo gli ultimi aggiornamenti: sette andranno al Ppe e tre a Ecr. Nessuno di queste è andata però a Fratelli d’Italia o Forza Italia.
Nella giornata di martedì si decidevano anche i coordinatori dei gruppi all’interno delle singole commissioni. Un ruolo importante nel processo legislativo perché sono queste figure a decidere e influenzare l’ordine dei lavori, scegliendo quali sono, ad esempio, i file da seguire, i relatori, l’agenda, le audizioni da fare, quando convocare i commissari e le missioni da svolgere. Un ruolo per il quale Fratelli d’Italia ha in effetti ottenuto diversi incarichi. C’è una motivazione a tutto questo: a decidere queste cariche non sono i membri delle commissioni, ma i gruppi, quindi gli alleati di Meloni all’interno dei Conservatori. Un partito, ricordiamolo, che ha 75 europarlamentari di cui 24 sono di FdI e 20 dei polacchi del PiS. Così, Carlo Fidanza sarà coordinatore in commissione Agricoltura, Chiara Gemma in Occupazione e Affari sociali, Lara Magoni in Cultura e Istruzione, Denis Nesci in Sviluppo regionale, Daniele Polato in Commercio internazionale e Ruggero Razza in Sanità pubblica. A loro si aggiunge Giovanni Crosetto, vice coordinatore in Affari economici.
Che quella nei confronti di Fratelli d’Italia sia una ritorsione per l’astensione su von der Leyen in sede di Consiglio europeo, prima, e l’opposizione in Parlamento, dopo, è palese anche ai rappresentanti del governo a Bruxelles. Il capogruppo di Forza Italia, Fulvio Martusciello, ha affermato che “nonostante gli accordi siglati e una divisione delle cariche prestabilita, oggi si è tentato in tutte le commissioni, chiedendo il voto segreto da parte dei Socialisti, di impallinare i candidati di Fratelli di Italia“. Ostenta ottimismo invece il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza, insieme al copresidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini: “Dopo l’elezione a vicepresidente del Parlamento europeo di Antonella Sberna, la delegazione di Fratelli d’Italia diventa sempre più centrale all’interno delle istituzioni europee – scrivono in una nota – Esprimiamo grande soddisfazione per l’elezione a vicepresidenti di commissione degli eurodeputati di Fratelli d’Italia. Forti di questi importanti ruoli e con il supporto dell’intera delegazione, continueremo a difendere gli interessi dell’Italia in Europa nel pieno rispetto del mandato che gli italiani ci hanno assegnato”.
La vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli (FI), sostiene che l’Italia, comunque, non deve preoccuparsi: “Non è isolata in Europa come si vuole raccontare. Lo dimostra anche il fatto che il nuovo presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha avuto come primo appuntamento proprio quello in Italia con la premier Meloni. L’Italia è assolutamente centrale, è un Paese fondatore e avrà la delega importante che merita“. Se l’approccio di von der Leyen sarà quello della sua maggioranza in Parlamento, però, c’è poco da stare tranquilli.