Se dici la verità, la più cruda, la più oggettiva e la più rispondente alla realtà, quella che fa male perché ineluttabile, sei considerata pazza, da TSO, cattiva, magari invidiosa.
Dire la verità è inaccettabile: una donna, recentemente eletta consigliera comunale a Nocera Superiore mi ha detto che sono troppo spontanea, troppo diretta. Quel troppo denota un’esagerazione e non va bene. Essere troppo sincera comporta scarsa intelligenza, ingenuità, incapacità di mediazione e assenza di diplomazia. Non va bene affatto.
Se dici sempre la verità non potrai fare mai la politica, non andrai d’accordo con nessuno, verrai persino licenziata: se dici la verità pochi ti sopporteranno e perciò devi imparare ad essere meno sincera, altrimenti tutti ti criticheranno, in presenza e alle spalle, non avrai più nemmeno un amico, persino tua madre non riuscirà a tollerare cotanta verità.
Sei pazza se non lo capisci. Pensa fino a dieci prima di parlare, fatti furba, non hai imparato niente dalle tue amiche più astute e ragionevoli? Possibile mai che solo tu non sia diventata saggia?
La verità non offende gli onesti è un motto da sciocchi in un mondo composto per lo più da disonesti, opportunisti, bastardi senz’anima.
La pazza sei sempre tu se dici la verità, se non impari a dissimulare ciò che pensi e che poi è reale; la maleducata sei tu se non impari a stare zitta e ad accettare le decisioni altrui; non importa se hai sfacciatamente ragione e gli altri schifosamente e vergognosamente torto. Vince sempre chi ha imparato a mentire, a truffare, a dissimulare, ad ingannare.
La fortuna non c’entra: imparare a fare calcoli, è un’arte ingegnosa e necessaria per fare carriera e quattrini. Nemmeno la cultura ha rilevanza, dal momento che i titoli si comprano e si vendono. Basta essere insopportabilmente calcolatori, falsi quanto basta, perfidi nel DNA, avere occhio per gli affari giusti.
Aveva ragione Luigi Pirandello: tutte maschere in un mondo di attori falsi e ipocriti e chi non si conforma a questi subdoli dettami è destinata a perdere. Perdere cosa? In primis la feccia che ci circonda, senza dubbio. Ma col passare del tempo si perdono anche le persone care perché nemmeno a loro piace sentirsi dire la verità. A nessuno piace ascoltare la verità. Men che meno in politica: in special modo in quest’ambito non esiste trasparenza, la casa di vetro fa ridere già come nome perché gli interessi sono molteplici e spesso non evidenti per cui è una contradictio in terminis accostare trasparenza e politica.
La veritá è la nemica numero uno della politica proprio per definizione: infatti la verità e l’onestà sono due facce della stessa medaglia, in totale antitesi con l’artifizio e il desengaño tipici della politica. Questo non lo affermava solo Niccolò Machiavelli nel suo Principe: non ci sono più i Gramsci, i Pertini, i Berlinguer che, pur coi loro limiti umani, avevano uno spessore morale e politico che oggi manca, tanto, troppo, come direbbe la shampista diventata politica di professione.
Ma anche nella vita di tutti i giorni faccio fatica a trovare gente davvero sincera e onesta e quindi la politica non la posso fare, aveva ragione quella tipa li, sono troppo spontanea, lapalissiana, un libro aperto già dallo sguardo, rischio di fare la fine di Alda Merini, anche se i manicomi sono chiusi, esistono case di cura e ospedali dove impedire alle menti pericolose di pensare.
La verità è assai pericolosa, roba da coraggiosi, rarissima e da evitare come la peste.
Annalisa Capaldo