Un recente tweet della Lega ha riacceso il dibattito sulla legge che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana per gli stranieri e su ius soli e ius scholae. Lo scontro politico sul tema si è consumato, dopo che è avvenuta l’ennesima divergenza all’interno della maggioranza, con Forza Italia che ha aperto allo ius scholae, mentre il partito guidato da Matteo Salvini ha ribadito tutta la sua contrarietà. Infatti, all’interno del tweet si legge che per la Lega l’attuale legge sulla cittadinanza “va benissimo così”, e per confermare questa posizione ha citato le 230mila cittadinanze concesse dall’Italia, più di Spagna e Germania.
Lo scontro
In risposta a queste critiche, Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa: “Innanzitutto, dispiace che un alleato di coalizione ci attacchi. Noi abbiamo semplicemente ribadito quella che è sempre stata la nostra posizione, anche se questa non fa parte del programma di governo. Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo ius soli, ma siamo aperti allo ius scholae”. La questione di rivedere la legge sulla cittadinanza italiana per gli stranieri, in particolare per i minori, è tornata d’attualità anche dopo i successi azzurri alle Olimpiadi di Parigi e l’atto vandalico che ha deturpato il murales “antirazzista” dedicato alla campionessa di pallavolo Paola Egonu.
Nonostante le numerose discussioni e le proposte di legge presentate nel tempo, i risultati concreti sono stati scarsi e c’è spesso confusione tra le diverse terminologie utilizzate. Il Partito democratico spinge per il modello dello ius soli, secondo cui la cittadinanza può essere acquisita per il fatto di essere nati sul territorio italiano. Una posizione simile a quella che viene sostenuta anche da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e +Europa. Infatti, quest’ultima forza politica ha anticipato la scorsa settimana che intende lanciare un nuovo referendum sullo ius soli.
Il sistema attuale
L’attuale regolamentazione si basa sul principio dello ius sanguinis, che stabilisce che la cittadinanza si ottiene per discendenza o filiazione. Lo stabilisce la legge 91 del 1992, una normativa che risale a più di trent’anni fa e che prevede che uno straniero nato in Italia possa acquisire la cittadinanza italiana se ha risieduto legalmente e senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari di voler acquisire la cittadinanza entro un anno dal compimento dei 18 anni.
Per gli stranieri arrivati in Italia da piccoli, esiste invece il principio della naturalizzazione. Al compimento della maggiore età, è possibile richiedere la cittadinanza italiana se si è vissuti in Italia con residenza legale e ininterrotta per almeno dieci anni. Tuttavia, questo processo rimane complesso, costoso e può durare molti anni. Tutti aspetti che rendono difficile completare il procedimento per molte famiglie, di fatto privando di molte possibilità a ragazzi cresciuti in Italia. Esistono, però, alcune eccezioni a questa regola come, per esempio, gli atleti che ottengono risultati eccezionali nei loro rispettivi sport possono accedere a una procedura accelerata per la cittadinanza, grazie ai meriti sportivi.
Le proposte
Lo ius scholae è una proposta di legge del 2022 che mirava a concedere la cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni, dopo aver completato un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Secondo alcune stime, questo avrebbe potuto rendere immediatamente italiani circa 135.000 studenti già presenti nel paese. Nonostante un ampio sostegno, la proposta però non è andata avanti dopo il cambio di legislatura.