Bello l’intervento a Nocera Superiore di Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi Nocera-Sarno, in occasione dell’inaugurazione del montascale che abbatte le barriere architettoniche al Battistero di Santa Maria Maggiore (hanno contribuito la Fondazione Banco di Napoli, la diocesi e l’azienda conserviera Petti). Il Vescovo si regge con forza e dolcezza sul bastone che l’accompagna dopo il recente intervento: “L’ attuale condizione mi fa capire nella maniera giusta come si vede il mondo e la vita dalla parte di chi non è nella piena efficienza fisica. Chi si occupa delle nostre città, chi costruisce e chi progetta, dovrebbe comprendere e muoversi tenendo in massima considerazione determinate cose, le sofferenze e le difficoltà di quelli che amiamo definire soggetti fragili. Le nostre città dovrebbero diventare tutte a misura di diversamente abili, bambini, animali e anziani. Invece spesso non è così. Ho scelto di far coincidere la cerimonia al Battistero con le Paraolimpiadi, una scelta simbolica, che sintetizza tanti concetti. Nessuno è un disabile o diversamente abile. Ogni persona è uno scrigno di bellezza e di novità, non dipende dalla bellezza o dalla salute. In questo tempo di grande confusione e di evanescenza in tutti i livelli sociali, non sappiamo riconoscere le identità e le diverse abilità. Allora dobbiamo lavorare per abbattere le barriere, più che architettoniche sono culturali, nel cuore, spirituali, politiche, sociali, ecclesiastiche. Barriere che non permettono all’altro di accedere nella bellezza e in questo caso di accedere alla bellezza del Battistero”.
Settembre andiamo, è tempo di migrare e di cominciare, cristianamente parlando, un nuovo anno di promesse, catechesi, preghiera, celebrazioni (magari arriverà anche qualche fisiologico avvicendamento tra parroci in varie realtà della diocesi). Il vescovo ecco allora preannunciare il contenuto del suo prossimo editoriale per il mensile diocesano Insieme: “C’è troppa confusione in giro, a tutti i livelli. Volendo prenderla in maniera ottimista, ci sarebbe da ispirarsi a una nota canzone. Che confusione, sarà perchè ti amo. Quando parlo di confusione, non escludo alcuna porzione di società. La politica, l’amministrazione, la famiglia, la scuola ma anche la nostra realtà ecclesiale”. Che possiamo aggiungere a tali parole ? Confusione è una parola che abbiamo inventato per un ordine che non si comprende.Non c’è despota crudele come la confusione. Ma speriamo in meglio, ovviamente. Spesso chiamiamo confusione la paura di prendere una decisione. E come disse Einstein, “dal disordine e dalla confusione cercate di tirare fuori la semplicità”.