Il caso dell’influencer che partecipa a riunioni riservate provoca un intervento del sindaco di Pompei e scatena l’opposizione che con una interrogazione porta la vicenda di Maria Rosaria Boccia in consiglio comunale.
“Maria Rosaria Boccia non ha partecipato ad alcuna riunione operativa o sulla sicurezza del G7”. Lo dice il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, che esclude ripercussioni del caso della influencer vesuviana sull’organizzazione dell’evento che vedrà ospiti del parco archeologico i ministri della Cultura dei sette Grandi, il prossimo 20 settembre.
Lo Sapio dice di “conoscere da sempre” Boccia e i suoi familiari: “La madre era mia compagna di scuola”. “Non credo – aggiunge – che questa bufera mediatica possa inficiare in alcun modo il lavoro che si sta svolgendo per il G7”.
Quanto alla mail del direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel, riportata da vari media, che aveva Boccia tra i destinatari, afferma: “La bufera mediatica non è dissimile da quella che si è sviluppata sulla visita di Madonna. Anche in quel caso, il direttore generale della Soprintendenza Archeologica di Pompei fu preso di mira per tante cose, molte anche false, ma ha sempre agito correttamente”.
In giornata la Meloni ha chiesto e ottenuto spiegazioni da Sangiuliano su alcuni viaggi fatti dal ministro con la Boccia in almeno sei località italiane: “Ho sentito il ministro, per me il caso è chiuso. Sangiuliano ha assicurato che non ci sono stati incarichi e impiego di soldi pubblici. I riscontri dovranno confermare o smentire. Resta un problema di fondo, non di poco conto: a che titolo e in che modo la Boccia ha partecipato a chat e mailing lista riguardanti il G7 della cultura a Pompei ? In serata, la Boccia ha aumentato i dubbi: pubblicando su telegram stralci di incartamenti riguardanti l’organizzazione dell’evento. Si tratterebbe di due pagine, di cui si legge solo l’intestazione, relative alla parte “Culture: global public good, global responsability” e alle “sessioni di lavoro (4 sessioni da un’ora ciascuna”). E poi “bacchetta” la presidente del Consiglio che aveva fatto solo un riferimento generico nei suoi confronti: “questa persona ha un nome un cognome e un titolo” scrive Boccia.