Ci sono le date – dal 19 al 21 settembre – e c’è anche un nuovo ministro, Alessandro Giuli. Quello che manca al G7 della Cultura è un programma definitivo, che ora sarà compito del nuovo inquilino del Collegio Romano mettere a punto nei dettagli.
Ma soprattutto bisognerà mettere la parola fine ai dubbi sul dispositivo di sicurezza, di cui già alcuni Paesi avrebbero chiesto conto perplessi al governo italiano. Dubbi nati dopo che sui giornali è trapelata una possibile fuga di notizie legata alla relazione tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. Il tempo è poco, e il passaggio di consegne dovrà essere di necessità rapido, rapidissimo, perché gli occhi del mondo saranno puntati tutti sulla Campania e le sue meraviglie uniche, e non, si spera, sugli strascichi delle dimissioni nel governo Meloni. Ci sarà dunque il giornalista e presto ex presidente del Maxxi di Roma ad accogliere ministre e ministri della Cultura dagli altri sei Grandi: la canadese Pascale St-Onge, la britannica Lisa Nandy, la tedesca Claudia Roth, la francese Rachida Dati, la statunitense Lee Satterfield, assistente del segretario di Stato per gli Affari Educativi e Culturali. Unico ministro uomo, assieme al nostro, il giapponese Masahito Moriyama.
Cosa faranno nella tre giorni campana, di massima, si sa: il 19 l’avvio dei lavori al Museo Archeologico di Napoli, la mattina dopo a Palazzo Reale. Sempre a Palazzo Reale il 21 settembre, il giorno dopo, è prevista la conclusione del vertice. La casella ancora non riempita definitivamente però è anche la più delicata: si tratta della serata del secondo giorno, il 20 settembre, quando nella bozza di programma è prevista la visita agli scavi di Pompei, che è anche la città d’origine di Boccia.
Una serata clou: dopo la visita e le foto di rito era previsto il concerto dell’Orchestra Scarlatti di Napoli diretta da Beatrice Venezi e poi la cena nella Palestra Grande. Se la tappa ‘era’ o ‘è’ ancora prevista però ancora non è chiaro. La questione va oltre i contenuti culturali del vertice internazionale. A differenza di quanto sostiene l’ex ministro, infatti, Boccia ha dichiarato alla ‘Stampa’ che il motivo del sopralluogo assieme a Sangiuliano a Pompei del 3 giugno sia stato proprio il G7 della Cultura, e che la mail di due giorni conteneva informazioni riservate: “Il percorso principale, i percorsi alternativi per i ministri al G7 e il dettaglio dell’organizzazione” ha detto la donna al quotidiano.
Una grana per gli apparati di sicurezza, che hanno fatto intendere quanto per loro sarebbe tutto più facile se la tappa a Pompei saltasse, magari per concentrare tutto l’evento nella città di Napoli. Il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio naturalmente spera il contrario, e guarda con ottimismo al prefetto di Napoli Michele di Bari. Ma il prefetto, senza avere in mano un’agenda dettagliata e certa degli spostamenti dei Grandi, non può dire nulla.
Solo ieri Di Bari ha detto di attendere il programma definitivo, senza il quale è impossibile pronunciarsi. Programma che però è “di strettissima competenza del ministero della Cultura”. E dunque giocoforza si ritorna al neo-ministro Giuli, che a solo due settimane dall’inizio del G7 si troverà ora a dover affrontare – fresco di nomina e con gli scatoloni ancora in ufficio – la ‘tesi di laurea’ del suo incarico ministeriale.
IL SINDACO
“Lo avevo esortato a rimanere. Dalle motivazioni che ho letto ha dimostrato di non essere attaccato a quel posto di potere”. Così il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, ha commentato all’ANSA le dimissioni del ministro Sangiuliano. “Ho appreso la notizia con amarezza – ha aggiunto Lo Sapio – ma ne prendo atto, e rispetto la sua decisione.Se la sua scelta è stata determinata dal bisogno di stare accanto alla moglie, ciò gli fa onore e dimostra che ha valori che non tutti hanno”.
Quanto al neoministro Giuli, il sindaco di Pompei ha detto: “Non lo conosco, ma farò con lui quanto ho fatto con Sangiuliano: gli offrirò la piena accoglienza della città quando verrà in visita agli Scavi. È quanto abbiamo fatto sia con Franceschini sia con Sangiuliano che, seppure con programmi e percorsi diversi, hanno assicurato ugualmente una presenza costante su Pompei. Per questo, a entrambi, abbiamo consegnato le chiavi della città “.