A “SETTEMBRE LIBRI” CON VINCENZO CERUSO, AUTORE DEL LIBRO INCHIESTA “LA STRAGE – L’AGENDA ROSSA DI PAOLO BORSELLINO E I DEPISTAGGI DI VIA D’AMELIO”
Esistono fatti nella storia di un Paese che segnano le coscienze, esistenze e che impongono la ricerca della verità, non solo per punire i colpevoli e fare giustizia, ma anche per comprendere le ragioni del male, così da evitare che in futuro vicende simili si ripetano.
Uno di questi fatti epocali è certamente la strage di via D’Amelio, nella quale il 19 luglio 1992 trovarono la morte il Giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta.
Tanti sono gli interrogativi ed i misteri che avvolgono tale strage, sia rispetto ai giorni precedenti (su cosa stava indagando Borsellino dopo la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone?), sia riguardo ai giorni successivi (quali depistaggi ci sono stati e perché?).
Su questi ed altri interrogativi legati a tale strage ha provato a far luce il libro-inchiesta “La Strage” di Vincenzo Ceruso.
Venerdì 27 settembre a Sarno (SA), presso i Giardini Piccoli di Villa Lanzara, nell’ambito della rassegna “Settembre Libri”, si è tenuto un pubblico incontro nel quale si è presentato il libro di Ceruso, alla presenza dello stesso autore.
L’incontro ha visto l’intervento anche del dott. Antonio Mattone (giornalista e scrittore) nonché dell’avvocato Ida Mareschi (Vice-Sindaco di Sarno); passi del libro sono stati letti da Antonio Izzo.
Una delegazione di studenti dell’Amendola – tra cui la sottoscritta – ha partecipato all’evento insieme ai Proff Sonia D’Alessio (Docente di Storia) e Luca Carbone (Funzione Strumentale alla Legalità)
Nel corso dell’incontro, sono stati illustrati i punti principali del libro-inchiesta, che di fatto riscrive la storia della strage del 19 luglio 1992, attraverso documenti inediti, nuovi testimoni mai ascoltati in un’aula di Tribunale e una rilettura delle fonti processuali.
In particolare, anche dal successivo intervento dell’autore, è emerso che nel libro, per la prima volta in oltre trent’anni (grazie a una fonte istituzionale mai ascoltata in precedenza), è stato possibile indicare il luogo dove sarebbe stata portata la famosa “agenda rossa” di Paolo Borsellino ed il relativo contenuto, nonché una concreta pista d’indagine sulla scomparsa dei documenti in possesso del Giudice.
Gli intervenuti, richiamando passi del libro, hanno anche parlato del clima di isolamento e delegittimazione vissuto da Borsellino nei 57 giorni precedenti la sua morte; il tutto nello scenario della “stagione delle stragi del 1992-1993” in Italia e del periodo tra la fine della cosiddetta “Prima Repubblica” e l’inizio della “Seconda Repubblica”.
Un passaggio è poi stato dedicato dagli intervenuti alla necessità di trovare la verità, al fine anche di rafforzare la cultura della legalità, specie in territori difficili come quelli del Mezzogiorno d’Italia.
L’interessante incontro, con la partecipazione di numerosi cittadini sarnesi, anche con molti giovani e ragazzi, ha visto pure l’intermezzo musicale di Simona Adinolfi, che ha cantato – tra gli altri – il toccante brano “Pensa” (vincitore del Festival di Sanremo del 2007), un invito alla riflessione, contro ogni forma di violenza e contro la mafia, scritto di getto dal cantautore Fabrizio Moro proprio dopo la morte di Borsellino.
Al termine della presentazione è stato poi proiettato il docufilm di Ruggero Cappuccio “Essendo stato”, che ha offerto uno spaccato della vita di Borsellino, dall’infanzia (ad esempio, raccontando del campo da calcio dove giocava da bambino), fino agli ultimi suoi giorni di vita, passando per il periodo di grande impegno in magistratura, con l’amicizia con Giovanni Falcone ed i bei momenti passati insieme, anche al di fuori del lavoro.
Si è trattato davvero di un incontro interessante, che ha appassionato tutto il pubblico presente, rimasto per ore ad ascoltare e riflettere anche sul messaggio di speranza che Borsellino ci ha lasciato.