Ieri l’ultima riunione di maggioranza in Provincia nel giorno consueto di ricevimento del presidente Alfieri: un incontro con i consiglieri provinciali per discutere dell’agenda politica di Palazzo Sant’Agostino e fare il punto della situazione. Il blitz dei finanzieri del Comando provinciale di Salerno, in mattinata, che ha portato all’arresto del sindaco di Capaccio Paestum, indagato insieme ad altre 5 persone (coinvolti anche alcuni familiari) accusati a vario titolo dei reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, ha scosso naturalmente anche la politica locale e regionale.
«C’è fiducia nella magistratura, il lavoro dell’Amministrazione provinciale va avanti» è la sintesi della maggioranza che si stringe attorno al presidente Alfieri dopo il summit ‘lampo’ convocato subito dopo l’operazione dei caschi verdi. «Abbiamo piena fiducia nella Magistratura con la certezza che Franco Alfieri saprà dimostrare in tempi rapidi la sua totale estraneità ai fatti. Ci auguriamo che questo accada nel più breve tempo possibile ed esprimiamo la nostra vicinanza al presidente Alfieri, a nome mio e dell’amministrazione provinciale». Così il vicepresidente Giovanni Guzzo, in merito all’arresto in carcere di Alfieri, attraverso una nota stampa. Presenti a Palazzo Sant’Agostino anche il capogruppo del Pd Francesco Morra e il consigliere delegato allo sport Antonio Fiore.
In attesa degli sviluppi, Guzzo dovrebbe essere nominato nuovo presidente della Provincia di Salerno. Il Partito Democratico, attraverso una comunicazione congiunta del segretario provinciale Enzo Luciano e del commissario regionale Antonio Misiani, ha fatto sapere di aver convocato la Commissione provinciale di garanzia, che ha deliberato l’immediata sospensione di Alfieri dall’anagrafe degli iscritti del Partito Democratico, «così come previsto dalle regole interne del Partito in relazione alla gravità dei reati contestati».
L’inchiesta, partita nei mesi scorsi dal comune di Capaccio Paestum, potrebbe allargarsi e non si esclude che i finanzieri abbiano acquisito altri documenti relativi ad altre procedure.
«Esprimo, a nome mio e dell’amministrazione comunale di Capaccio Paestum, piena fiducia nella magistratura e negli organi inquirenti affinché si chiariscano i fatti in oggetto nel più breve tempo possibile. Questo soprattutto in considerazione delle necessità amministrative degli enti che Franco Alfieri presiede. Il sostegno incondizionato di tutta l’amministrazione conforta il mio pensiero sulla totale estraneità ai fatti a lui ascritti». Così, in una nota, la vicesindaca Maria Antonietta Di Filippo che compatta la maggioranza a palazzo di città.
Critiche dalle opposizioni: «Aspettiamo i risvolti di ciò che sarà la vicenda giudiziaria, mi auguro che gli attori protagonisti abbiamo il coraggio di rassegnare le dimissioni per permettere alla città di Capaccio Paestum di voltare pagina. Occorre risolvere nel più breve tempo possibile ciò che sono le conseguenze di questa storia che andrà a penalizzare l’amministrazione comunale e la Provincia di Salerno» ha detto il consigliere comunale di opposizione, l’ex presidente del consiglio comunale Emanuele Sica.
Ora si aprono diversi scenari: dalle eventuali dimissioni di Alfieri e l’arrivo del Commissario, con lo scioglimento degli organi comunali da parte del Prefetto, considerate anche le condizioni di predissesto finanziario dell’Ente, o la strada della continuità amministrativa con la carica di facente funzioni che passerebbe alla vicesindaca Di Filippo fino alla prima finestra utile per le nuove elezioni, ovvero nella primavera 2025.
Reazioni all’arresto di Alfieri anche dalla vicina Agropoli dove il Presidente della Provincia è stato anche sindaco: «Seguo con apprensione e preoccupazione le vicende giudiziarie che stanno interessando il nostro amato territorio. I reati contestati – scrive il consigliere comunale Raffaele Pesce – sono molto seri e delineano un quadro che fa spregio delle essenziali regole di convivenza, imparzialità e onestà nell’amministrazione pubblica. La preoccupazione è ulteriormente accresciuta dall’innegabile influenza che i diretti interessati hanno avuto e hanno sulla città di Agropoli e su molte delle sue personalità di spicco. Tuttavia, il garantismo è – e deve continuare ad essere – la regola fondamentale del sistema giudiziario e del racconto pubblico dei singoli procedimenti. Dunque, esprimo la mia umana solidarietà verso chi, in queste ore, sta ricevendo pesanti misure cautelari, e mi affido alla speranza che si possa fare finalmente chiarezza, nel bene e nel male, sulla gestione del potere nel Cilento e in Campania».