La musica è un campo di sperimentazione continuo, nel passato, nel presente e nel futuro: è una forma d’arte in continua evoluzione, in grado di sorprendere e incantare sempre. Dai primordi, fino ai giorni nostri, innumerevoli musicisti si sono cimentati in questa continua ricerca sonora, ricerca per ampliare gli orizzonti musicali, i suoi
contorni e i suoi limiti. Anche il sottoscritto, nel suo piccolo, è sempre alla ricerca di suoni, sia quando compone che quando ascolta musica. Sono i suoni che mi colpiscono, sono i suoni che mi animano, sono i suoni che allargano la mia mente e mi permettono di esplorare nuove praterie musicali. La composizione di un mio brano musicale parte sempre da un suono che mi ha particolarmente colpito e su quello poi costruisco strutture, ambienti e il resto.
La musica d’ambiente o la musica minimale, o cinematica, o sperimentale, o emozionale, rappresenta un panorama
sonoro molto affascinante. Molti artisti stanno ridefinendo i confini di questo genere musicale con l’utilizzo di suoni atmosferici e d’ambiente, avendo come scopo quello di creare esperienze sonore capaci di suscitare emozioni profonde e immagini visive. Queste nuove frontiere musicali sono il frutto di anni e anni di studio e di
sperimentazione sonora. Varie sono le fasi evolutive di questa sperimentazione: dai primi tentativi con l’elettronica
fino alle odierne tecnologie digitali. Questo viaggio nei suoni ci ha regalato una vasta gamma di generi, strumenti innovativi e figure influenti che hanno plasmato il panorama musicale.
Agli inizi, grazie al francese Pierre Schaeffer abbiamo avuto la cosiddetta musica concreta, realizzata utilizzando
nastri magnetici per manipolare e sovrapporre suoni, creando composizioni uniche. Questo approccio poi ha aperto
la strada alla musica elettronica, dove artisti come Karlheinz Stockhausen hanno esplorato le potenzialità delle nuove
tecnologie sonore. Con l’avvento del primo sintetizzatore modulare, grazie a Robert Moog, c’è stata un vera e propria rivoluzione musicale. L’avvento dei sintetizzatori ha permesso agli artisti di generare e manipolare suoni elettronici in modi mai visti prima. Bands, come i miei amati Kraftwerk, hanno adottato questi strumenti, creando la base per la musica elettronica moderna. Negli anni ’70, Brian Eno ha coniato il termine “ambient music”, che si concentra sulla creazione di atmosfere sonore piuttosto che su strutture melodiche tradizionali. Un grande
contributo a questo nuovo scenario è stato dato dal compositore Klaus Schulze dei Tangerine Dream e da tanti altri
sperimentatori. Questi artisti hanno utilizzato campionatori, sintetizzatori e tecniche di registrazione innovative per
creare paesaggi sonori immersivi. La musica cinematica è un altro importante ramo della sperimentazione sonora.
Compositori come Hans Zimmer hanno fuso elementi di musica orchestrale ed elettronica per creare colonne sonore
emotivamente potenti. Zimmer, in particolare, è noto per il suo uso di sintetizzatori e orchestrazioni grandiose, come nella colonna sonora del popolare film Interstellar. Orchestrazioni e suoni di sintesi caratterizzano anche il mio lavoro Nuceria Vol.II – Dalle origini al Medioevo (2019), dove rappresento temi storici e mitologici attraverso suoni ambientali. Ho utilizzato strumenti acustici e melodie lente per evocare scene storiche e mitologiche, tra l’altro usando di frequente strumenti tradizionali. Nuceria Vol.II è
un album tecnicamente complesso che richiede un ascolto attento per apprezzare appieno le sfumature sonore: atmosfere ricche e dettagliate che trasportano l’ascoltatore in epoche passate.
Questo grazie all’avvento delle tecnologie digitali negli anni 2000, tecnologie che hanno indirizzato la sperimentazione sonora verso una nuova direzione. Nella musica moderna la sperimentazione sonora è un viaggio continuo, arricchito dall’innovazione tecnologica e dall’inventiva artistica. Dai primi esperimenti con i nastri magnetici alla complessità delle produzioni digitali odierne, la musica ha sempre cercato nuovi modi per esprimere le sfumature del mondo sonoro.
Artisti come Pierre Schaeffer, Brian Eno, Hans Zimmer e molti altri hanno lasciato un segno indelebile, ispirando generazioni
future a esplorare nuovi orizzonti sonori. Tutto questo mi affascina molto, e , come ho detto all’inizio, sono sempre alla ricerca di suoni da ascoltare o da creare. Nell’ambito di questa mia continua ricerca, la mia curiosità e la mia attenzione si è soffermata su un lavoro musicale molto interessante. Godless Land è un album caratterizzato da lunghe tracce drone con una forte presenza di sintetizzatori e campionamenti industriali. Pubblicato nel 2024, è una raccolta di tracce che esplorano paesaggi sonori oscuri e atmosferici, tracce costruite su loop sonori ripetitivi che creano un senso di tensione e mistero. L’autore di questo album è Dronny Darko, il cui vero nome è Oleh Puzan, un compositore e sound designer ucraino che ha iniziato a costruire il suo universo sonoro nei più oscuri recessi del drone, rilasciando musica su vari etichette web come Petroglyph Music e DNA Productions. Il suo debutto mondiale è avvenuto nel 2014 con l’album Outer Tehom pubblicato da Cryo Chamber. Da allora, ha pubblicato diversi album, tra cui Spira Igneus (2016) e Black Hive (2018). Godless Land esplora profondamente il genere dark ambient utilizzando suoni industriali e atmosfere oscure. Nove
sono le tracce che compongono l’album. La prima traccia è quella, secondo me, più significativa: Enter the Godless
Lands è un vero invito all’ascoltatore ad entrare nel mondo oscuro e inquietante di Dronny Darko. Utilizza loop sonori ripetitivi e sintetizzatori industriali per creare un senso di tensione continua.
Meritevole di mezione Hallucinating A Colossus: campionamenti industriali e loop sonori distorti per creare un’immagine sonora di un colosso inarrestabile. As Far As The Eyes Can See, a mio giudizio, è la traccia più minimale e più bella del disco. Chiude l’album Escaping The Zone, uno scenario pregno di suoni industriali e droni lenti per
animare un senso di fuga e liberazione. Godless Land di Dronny Darko è un album che esplora profondamente il genere dark ambient utilizzando suoni industriali e atmosfere oscure. Un album da ascoltare con cuffie di ottima qualità e con gli occhi chiusi: un susseguirsi di visioni animeranno la vostra mente e la vostra immaginazione. Questo genere di musica è capace di far generare scenari mentali unici: ogni ascoltatore materializza la sua personalissima visione.