Chi non muore, si rivede nel chiarore di un mattino autunnale,
Tra i volti anonimi della gente e l’andirivieni frenetico della quotidiana follia,
Tra il non detto delle labbra desiderose di contatto e il pudore nello sfiorarsi,
Dietro occhiali scuri come il dolore che tentano di nascondere ogni emozione,
Camuffando lacrime con sorrisi artefatti e zittendo i battiti del cuore,
Tornando alle solite incombenze senza far trapelare la smania di rivedersi,
Nel silenzio apatico e nell’indifferenza generale di chi sopravvive e non vive.
Annalisa Capaldo