Non era il consiglio comunale, quello odierno, che poteva determinare lo stato di salute dell’amministrazione, rimasta scossa da quel che era accaduto nel monotematico sulle scuole ma troppo giovane per potere rompere il giocattolo alla svelta. C’eravamo solo noi e quindi possiamo raccontarvi lo stato di salute non tanto per le parole ascoltato ma avendo memorizzato e filmato gli sguardi, Che domani è tardi. Che adesso è sì. Sì per come mi parli. Tu perché siamo qui. È questione di sguardi (citazione Paola Turci). Il sindaco esce spesso dall’aula, gli assessori quasi tutti bloccati, il consigliere anziano rimarca sottilmente una differenza, gli altri sembrano cristallizzati (il più esperto capisce e fa cordialmente pubbliche relazioni, un altro invece casca in un “ce la facete” nel corso dell’intervento), qualcuno polemizza con la minoranza per motivi “fraterni”, il presidente sembra aver messo una pietra sopra al precedente consiglio che gli ha fatto intendere che fidarsi è bene ma non fidarsi è (assai) meglio. Insomma sguardi da navigazione che a breve potrebbe complicarsi tra la vicenda ronde e soprattutto quella legata al Piano di Zona. Per il momento gli esistenti malumori si leggono negli sguardi, ma bisogna essere bravi a captarli, la fictio iuris a tratti tiene (e a tratti no). Ci sarebbe pure dell’altro, ma preferiamo custodirlo tra le cose che si sanno ma che vanno tirate fuori al momento giusto. E la minoranza ? Tiene, per il bene della città quando occorre vota sì alle proposte dell’esecutivo, quando non c’è tale necessità scatta il no. Difende le fasce deboli e gli animali, con Bisogno che con personalità torna a chiedere conto e ragione all’assessore al ramo dei mancati calcoli sulla vicenda Tari. Carleo, a proposito di sguardi, s’alza fiera. Amato con fierezza d’appartenenza, Iannone e Lamberti con l’apporto che serve.