Un’istantanea della Napoli dell’epoca di Matilde Serao al Presepe dei Fondaci, tra le opere di punta della mostra gratuita “La Poesia del presepe napoletano” nella chiesa di Santa Marta in Via San Sebastiano 42. Una imponente figura femminile occupa il centro della scena e tutto intorno un fermento di vita vera che però prelude ad un abbandono di quei vicoli per far spazio agli stradoni pensati per collegare il centro città alla stazione ferroviaria di Napoli. L’installazione ritrae antiche aree della città portuale destinate a depositi e trasformate negli anni in umili abitazioni, proponendo una istantanea ‘scattata’ nel 1889 dalla penna di Matilde Serao, che è appunto la donna al centro del presepe.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Presepistica Napoletana, e la scelta dell’immaginario di Matilde Serao si deve alla volontà di una trasformazione stilistica e concettuale del presepe napoletano da quello settecentesco cosiddetto cortese, a quello per così dire “moderno”. Dai paesaggi rurali con pastori viandanti e diretti verso la Natività, si passa alle ambientazioni cittadine dove è la vita del vicolo con i venditori ambulanti a riempire la scena. Il presepe mantiene la tecnica realizzativa per realizzare scenografia e i pastori, ma diventa uno strumento per raccontare i mutamenti sociopolitico, economico e di costume di una società di cui il presepe è sempre stato un riflesso, come ha spiegato anche il responsabile dell’associazione Vincenzo Nicolella.
La preparazione dell’opera è di portata monumentale: da giugno scorso hanno collaborato 35 persone tra i quali 7 maestri presepiali, è stata ottenuta attraverso un’accurata ricerca documentale, testi, poesie, canzoni foto e dipinti a partire dai quadri di Vincenzo Migliaro anche lui riprodotto in una delle numerose scene presenti mentre abbozza una delle sue opere commissionate, a futura memoria, dal Governo dell’epoca proprio in previsione del prossimo risanamento.
Ed è proprio la vita vera di quegli stretti vicoli che il ‘Presepe dei fondaci’ si propone, meticolosamente e non risparmiando dettagli, di raccontare. Anche la collocazione della scena della natività è diversa da quella del presepe classico: «All’interno della scena ci sono due persone che, in previsione dell’imminente abbattimento della chiesa che lo ospitava, portano in salvo un classico presepe con la capanna e la Sacra famiglia,» ha spiegato Nicolella.