“…I legami umani sono stati sostituiti dalle connessioni. Mentre i legami richiedono impegno, “connettere” e “disconnettere” è un gioco da bambini. Su Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza. ”
Questo il pensiero di Baumann, filosofo e sociologo polacco autore di “modernità liquida”. E come dargli torto! Lo scenario attuale è davvero deprimente a tratti sconcertante. Si hanno liste interminabili di amici digitali: il pc, infatti, semplifica i rapporti interpersonali ; offre la possibilità di rimanere in contatto con altre persone, senza però i vincoli di una relazione vera.
Un’illusione di compagnia senza rischi emotivi. Le persone deludono, si allontanano, hanno pretese. L’amico digitale no. Questo il motivo per cui si preferisce la tastiera alla voce umana. E si preferisce scrivere un msg su whatsapp piuttosto che suonare alla porta di un amico; talvolta, si comunica attraverso le chat anche da una stanza all’altra all’interno della stessa casa o mentre si pranza intorno allo stesso tavolo. Non ci si espone, manca l’intimità, il magnetismo di uno sguardo, il brivido di un contatto.
E così l’autenticità lascia il posto alla simulazione.
Recente la notizia di una donna francese truffata per ben 830 mila euro da un falso Brad Pitt . La signora, convinta di avere una relazione digitale con il famoso attore, è stata ingannata da foto riprodotte dall’ai che vedevano il suo beneamino a letto gravemente malato e bisognoso di cure molto costose. E come la signora tante donne in Italia e nel mondo.
Si ricreano corpi, case, lavori, storie d’amore, lavori , amicizie e tutto quello che nella vita reale non riusciamo ad ottenere. Accettiamo legami insufficienti, fatui perché magari non c ‘è tempo di qualcosa di più complesso; ci si illude che per non essere soli basta essere connessi. E poi , però, può subentrare la connessione perenne, che rasenta la patologia, con quale si finisce ad allontanarsi sempre di più dalla realtà. Ci si rifugia nel digitale, ma fondamentalmente si è soli. Seppur immersi in una società virtuale, si creano legami deboli che mancano di intimità e di empatia. I rapporti si riducono a quante foto insieme vengono postati , si festeggiano addirittura i compleanni relazionali: “tizio e caio amici da un anno” hiuppy! E magari poi tizio non è il vero nome di tizio; magari è sposato ma sul profilo è single …
Meglio soli che digitalmente accompagnati?