Scafati si è svegliata deturpata del suo simbolo di orgoglio, quella lapide che ricorda i partigiani caduti che hanno difeso la città e sono stati tra i primi e fondamentali che hanno guidato la ribellione dai tedeschi. La denuncia è arrivata dalla politica con FDL, mentre il sindaco si è detto indignato difronte questo evento. Ma il più forte sentimento di rabbia giunge dai cittadini e coloro che sono particolarmente legati al territorio, come tanti giovani che sostengono tramite lo sport tutto il nome e l’orgoglio della propria terra.
Stando a indiscrezioni, la scritta apparsa, UAR05, è l’abbreviativo di “Ultras Askary Rabat” che insieme ai “Black Army” rappresentano la falange di tifo della squadra del campionato marocchino Association Sportive des Forces Armées Royales. Dunque, è facile ricondurla ad un atto di qualcuno di tale etnia, sperando che non conoscesse il significato di quel monumento o viceversa si potrebbe, o meglio si dovrebbe, capire se c’è nel gesto qualcosa che riguardi la componente socio-politica, un messaggio, un segnale… Insomma ci siamo capiti
Razzismo? Non ci azzecca proprio! La comunità afro-marocchina-algerina a Scafati è inserita da quasi 30 anni, quasi mai si sono verificati grossi episodi che riconducano ad una mancanza di integrazione. C’è stata anche una collaborazione fra associazioni locali e rappresentati della comunità “straniera”, ci fu anche uno scambio cultural-religioso che rappresentò un momento davvero toccante. Che la scritta riconduca a ultras marocchini o diversamente ad altre realtà oppure fosse stata il più classico “Ti amo…”, resta la la gravità e il senso di oltraggio. A rafforzare questo concetto, è il fatto che a Scafati ci sono mura altrettanto imbrattate da scritte violente e di odio campanilistico-calcistico, che manco sono un bello spettacolo da vedere. Per farla breve, se anziché “UAR05” ci fosse stato scritto “Ultras Angri”, “Ultras Palmese”, “Forza Pizzighettone” , nulla sarebbe cambiato.