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Editoriale di Agostino Ingenito. Masterplan per l’Agro nocerino sarnese, 29milioni di euro di risorse europee e regionali da spendere, ma sarà vero sviluppo? e sopratutto garantiranno di rendere più vivibile il territorio, stretto da tante emergenze ambientali e sociali? Il futuro dell’area sembra affidata alle mani dei due alfieri deluchiani scelti, i sindaci di Nocera Inferiore Paolo De Maio e di San Valentino Torio Michele Strianese. La campagna elettorale per le regionali è alle porte e questo evento è sembrato ad alcuni come un’occasione per palesare aderenze politiche e rafforzamenti elettorali in vista di una battaglia politica che si fa sofisticata e maledettemente complicata, tenuto conto della vicenda del terzo mandato di De Luca e lo scontro in atto sia nel centro sinistra che vuole un campo largo, che escluda il governatore uscente e un centro destra che fa fatica a fare sintesi e a scardinare un sistema di aderenze territoriali consolidate nel tempo. Tuttavia ha palesato voglia di concretezza la riunione dell’altro pomeriggio per l’ attuazione di quel piano strategico per il comprensorio, definito nel protocollo di intesa, firmato nel 2023, come “un’area caratterizzata da un diffuso disordine a cui si accompagna un forte inquanimento ambientale ed in cui si è verificata una drastica riduzione della consistenza industriale e per la quale è necessario puntare una riqualificazione delle aree dismesse piuttosto che come zona di espansione”.. Cosi viene definita l’area, ritenuta “target” con quei comuni ricadenti, e che può, secondo il protocollo, prevedere anche una zona buffer, quindi inclusione di altri comuni e territori che ricadono attorno a quella zes zona economica speciale, istituita nel 2017 e riperimetrata con ilpreliminare del piano territoriale regionale. La riunione dei sindaci dell’area nord della provincia di Salerno, insieme all’assessore regionale alla pianificazione del territorio Bruno Discepolo ha definito i margini di manovra con il raccordo delle amministrazioni locali mediante il modello di unione dei comuni . I primi cittadini si sono riuniti, a Corbara, per la definizione della convenzione attuativa del Masterplan, il progetto strategico per il rilancio e lo sviluppo del territorio. Circa 29 milioni di euro, assegnati dalla Regione, che dovrebbero garantire risorse per progetti di rigenerazione ambientale, la riduzione del rischio idrogeologico, il potenziamento delle infrastrutture di trasporto, la valorizzazione delle aree ZES, la riqualificazione del settore produttivo e agricolo, la tutela del patrimonio culturale e naturalistico e il rafforzamento delle politiche sociali. Sono sembrati fiduciosi i sindaci del territorio, tuttavia sono molte le domande che ci si pone, in relazione a queste risorse e ai progetti da attuare. Il masterplan che coinvolge i comuni di Angri, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant’Egidio Monte Albino, Sarno, Scafati, Siano, era stato approvato con la Delibera di Giunta Regionale n. 149 del 21 marzo 2023 . Il 26 aprile 2023 presso il Genio Civile di Salerno era stato sottoscritto il Protocollo di Intesa con i Comuni interessati e con Decreto Presidenziale n. 99 dell’11 ottobre 2023, erano stati nominatiol il sindaco di Nocera Inferiore Paolo De Maio, quale rsponsabile del Comitato di Indirizzo e il sindaco di San Valentino Torio, già presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese, responsabile del Comitato di Coordinamento Tecnico . Ma quali sono i progetti che dovranno essere attuati e che impatto potranno effettivamente avere sul territorio? C’è chi ricorda che nelle rare venute del governatore De Luca nell’area, i milioni assegnati erano 100 , erano stati annunciati a più riprese, nel lontano 2017, quando a coordinare i sindaci c’era il medico sarnese Giuseppe Canfora, uomo di fiducia di De Luca, tanto da volerlo presidente della Provincia di Salerno. Una partita di risorse, che fanno riferimento alla programmazione 2021- 2027 che ha subito lo stop del Governo Meloni con quell’azione ritenuta ignobile da De Luca ecompiuta dall’allora ministro al Sud Raffaele Fitto, da poche settimane nuovo commissario europeo. E il fattore tempo non èaffatto un dettaglio per questo masterplan, di cui ancora concretamente non si è compreso quali sono i primi veri progetti da attuare. SI è compreso che probabilmente tanto è legato a quella zona economica speciale, di cui sembra avere il coordinamento implicito, l’attuale sindaco di San Marzano sul Sarno Andrea Annunziata, che è sopratutto il presidente dell’autorità portuale di Napoli e Salerno, e da tempo impegnato per quell’area retroportuale. Gli interessi di taluni imprenditori che guidano la cordata di quella zes, sono definiti da tempo, e bisognerà effettivamente comprendere se le ambizioni di questi industriali si legano alla vera esigenza del territorio che chiede di risolvere le ataviche emergenze ambientali, dal fiume Sarno, il cui progetto di risanamento si è ingrossato di ben 400 milioni di euro nel corso delle due passate programmazioni europee, ma senza alcun attuazione concreta, mentre solo dopo decenni sembra stia per concludersi l’annosa questione della rete idrica e fognaria, di cui era stato primo assertore l’allora commissario di governo, quel generale Jucci, già consuocero dell’ex presidente del consiglio Giulio Andreotti. E poi c’è la problematica concreta di un territorio imbottigliato in un traffico perenne, con una viabilità assai ridotta e vecchia, e con un sistema metroplitano di mobilità che è rimasto legato ad un’incompiuta con quella ferroviaria. Neppure la rete autostrale e i raccordi con la ss268, altro mega progetto da 55 milioni di euro, sembra aver garantito una migliore viabilità del territorio, anzi in alcuni casi si è aggravata la situazione come pure difficile la condzione urbanistica. Una mega città senza soluzione di continuità, con un disordine e un basso valore urbano, centri antichi e un piano rurale ridotto al minimo rispetto alle antiche vocazioni del territorio, per millenni centro di produzione ortovivaicola famosa in tutta Europa. Le aree mercatali del settore vivono una brutta stagione di abbandono come pure la rete ospedaera e socio sanitaria. Staremo dunque a vedere, quali saranno i primi bandi che l’amministrazione della rete comunale dovrà pubblicare. E’ da quei bandi che si comprenderà cosa si intenderà farne di quei 29 milioni di euro su cui grava già l’appettito di molti con il rischio di una frammentazione di progetti che potrebbero avere un impatto tutt’altro che significativo sul destino e futuro del territorio più popoloso del nord salernitano e ormai ancillare all’area metropolitana napoletana.
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