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Con Delibera del 10 settembre, il Consiglio Comunale di Nocera Superiore ha approvato l’istituzione di un ecomuseo denominato “Alfaternum: natura e cultura”. In attesa del riconoscimento della Regione Campania, l’amministrazione guidata da D’Acunzi pone le basi per un importante progetto politico e culturale.
L’impegno dell’amministrazione nell’ambito dell’archeologia non è rimasto uno slogan da campagna elettorale.
Azione che, oltre alla delega specifica per l’assessore Padovano, si è subito concretizzata nel consiglio comunale dello scorso 10 settembre, con l’istituzione di un osservatorio per l’archeologia e il turismo religioso, e l’istituzione dell’ecomuseo denominato “Alfaternum: natura e cultura”, oltre alla relativa richiesta di riconoscimento alla Regione Campania.
L’istituzione dell’ecomuseo è un atto amministrativo di grande importanza, in quanto traccia la strada per avviare un percorso di sviluppo turistico e culturale da studiare e organizzare in sinergia con i cittadini, le associazioni, gli enti sovra-comunali interessati, quali la Regione e la Soprintendenza Archeologica. È uno strumento, quindi, per coordinare idee, risorse e mezzi in maniera efficiente e armonica.
L’ecomuseo vuole essere un luogo di riflessione sul rapporto tra resti archeologici dell’antica Nuceria e l’attuale connotazione urbana, considerando le mutue interazioni sociali, territoriali ed economiche. Vuole incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini alla comprensione del passato del proprio territorio e, quindi, all’elaborazione della loro identità collettiva, oggi sempre più multipla e differenziata. Le esigenze di ricerca e di salvaguardia del patrimonio archeologico di Nuceria non sono in contrasto con i bisogni di organizzazione e trasformazione della città contemporanea; al contrario, possono fornire il volano per una visione socialmente più sostenibile e inclusiva.
Non si tratta di un campanilismo miope e sterile, né di difendere l’identità di un territorio da qualsiasi forma di ibridazione, ma piuttosto di recuperare il lato positivo del concetto di identità territoriale e storica, senza scadere in retoriche politiche, favorendo un rapporto intimo con i luoghi che abitiamo. Si tratta di tutelare le identità territoriali nella loro peculiarità ed eterogeneità, per evitare che siano assorbite all’interno di un’unica semplicistica narrazione. L’assenza di una conoscenza (e coscienza) diffusa della storia delle proprie radici indebolisce drasticamente il rapporto che i cittadini hanno con la propria terra.
L’archeologia per Nocera Superiore è l’elemento che può migliorare questo legame. Il patrimonio culturale non esprime mai un valore assoluto in sé, ma piuttosto un valore relazionale, che è quello che la società civile e la comunità di riferimento gli attribuiscono. Questo valore è direttamente proporzionale al coinvolgimento e alla partecipazione di ogni cittadino nel riconoscimento e nella gestione della nostra eredità culturale.
In fin dei conti, l’archeologia percorre un processo a ritroso e fa rinascere ciò che aveva concluso il ciclo della propria esistenza. La sfida dell’ecomuseo è riorganizzare ciò che si è salvato e che è stato riportato alla luce, ed è quindi anche una sfida a riflettere sul passato del nostro territorio e sul futuro che vogliamo dargli.
I siti archeologici hanno il particolare privilegio di appartenere a due dimensioni temporali: il passato, in cui le case, le mura e le strade sono state create e utilizzate, e il presente, in cui sono tornate a sussistere, pur avendo mutato il proprio ruolo. L’ecomuseo agisce in queste due dimensioni come uno strumento potentissimo di conoscenza e condivisione: le mura diroccate e i luoghi del passato non sono semplicemente rovine, ma testimonianze di resilienza e di contaminazioni tra civiltà, sulle quali costruire e ricostruire il futuro di Nocera Superiore.
Marcella De Angelis (consigliere comunale Nocera Superiore, articolo tratto da Polis Magazine)