
Ho sentito dire “Ai diversamente abili “offro” un CARRETTO”, ed io rispondo: “visto il risultato il carretto degli “sgarrupati”!” Non ci vedo nulla di decoroso nel fatto che soggetti fragili siano stati trattati come cassette di frutta e verdura, da portare dal mercato al banco del fruttivendolo! Sono contento che qualcuno abbia chiesto l’intervento della Magistratura, era quasi ora, così avremo modo e tempo di raccontare come vengono sperperati i soldi della collettività nel settore sociale e tanto altro ancora.
È proprio vero, la satira non è per tutti! Il mio post mirava a puntare l’attenzione proprio su come vengono trattate le “persone con disabilità”. Rammento a qualche illustre politico benpensante che con la legge 62 del 2024 i disabili non vanno chiamati disabili, ma “persone con disabilità”.Garantire un carnevale a tutti in egual misura vuol dire riconoscere egual diritti. Con l’allestimento dell’APE si è marcata ancora di più la “diversità”, a mio avviso, invece, bisognava fare in modo che le stesse persone con disabilità partecipassero ai carri insieme ai “normodotati”.
Con tanto di affidamento diretto da parte di chi fa “ammuina”, pensando di fare politica, per una competizione elettorale mai sopita, come confermato dalle melodie del carnevale utilizzate, guarda caso proprio sotto la casa comunale! Intanto alcun progetto viene concretamente portato avanti per coloro che sono “esseri speciali”, a cui l’intera istituzione comunale dovrebbe chiedere scusa, per aver preso un’APE car sgangherata, priva di qualsiasi requisito di sicurezza, allestirla a festa, per dire “abbiamo partecipato”, rimarcando, ancora di più, le differenze.
Di questo si, come cittadino, mi vergogno! Vedere, poi, qualche “saccente” consigliere comunale della vicina Nocera Inferiore intervenire nella diatriba, per garantire “difesa” a oltranza a qualche concittadino, suo pupillo, fa sorgere il dubbio che si è visto giusto “a carnevale ogni scherzo vale, se paghi tu, vale ancora di più”.
Mi chiedo, se le attività di inclusione possano ridursi a questo continuare a “scimmiottare” sui social, senza minimamente comprendere le difficoltà quotidiane, anche economiche, di una famiglia che ha al suo interno una persona con disabilità, di fatto ignorando le esigenze.
Si “offre il CARRETTO” ma non si parla e non si offrono servizi che sono di supporto alla famiglia e alla persona con disabilità: “il dopo di noi”, “vita indipendente”, “assegni di cura”, “assistenza domiciliare”, “assistenza specialistica a scuola” e tanto altro ancora, del tutto ignorato da chi, addetto al settore, dalle retrovie, fomenta la notizia.
Allora sì che si potrebbe parlare di dignità, di inclusione, di integrazione e di supporto nella vita quotidiana.
Non sono abituato a puntare il dito ma quando arriverà la Magistratura mi auguro che vagli la posizione di cooperative non in regola, con personale non qualificato, con affidamenti diretti, più volte prorogati nel tempo: si parla di cospicue cifre, per fare cosa?
Solo distrazione di massa. Si è data leggerezza ad un tema che invece merita massima attenzione. Non bastano feste presso i centri sociali, non basta allestire un’APE con festoni, tra l’altro messi a disposizione delle stesse famiglie delle persone con disabilità, per dire che si sta dando importanza alla tematica sulla disabilità e che il Comune ha pensato “anche a loro”, espressione questa che è da sola idonea a palesare la considerazione che si ha!
L’amministrazione comunale avrebbe dovuto pensare a tutto questo! Per quanto mi riguarda potete anche chiamare “giornalai” e “giornalisti”, sorprende che a scandalizzarsi di più siano stati soggetti ibridi, che a volte sono giornalisti, altre volte sono politici ed altre volte ancora portavoce di qualche istituzione e/o di qualche ente, o forse più semplicemente sono persone amanti del pettegolezzo e del chiacchiericcio, elementi che tornano utili quando si ritiene che ci sia penuria di notizie perché non si è in grado di leggere quelle vere che provengono dal territorio e dalla gente.
La vera notizia che attendo di leggere è che nel settore delle politiche sociali sono stati presentati progetti validi, che i fondi stanziati sono stati utilizzati per finalità solidali e nel reale e concreto bisogno delle persone fragili. Il popolo ha così sete e fame di tutto che manco si rende conto di quello che gli propinano e di come lo propinano.
Qualche giornalaio pettegolo di turno indignato ha scritto: “La politica non c’entra niente”, peccato che nel dare la “notizia” non si sia chiesto che ruolo abbia avuto l’amministrazione in merito al CARRETTO!
Se proprio si fosse voluto fare INCLUSIONE allora nel preparare gli altri carri si sarebbe dovuto consentire alle persone con disabilità, o ragazzi speciali, di partecipare attivamente all’allestimento.
La dignità sta nelle parole, ma sta soprattutto nei fatti e i fatti in questa vicenda dicono che le persone con disabilità hanno dovuto fare un CARRETTO A PARTE e non con gli altri.
La chiamate inclusione?
Io la chiamo ESCLUSIONE e l’avete anche sottolineata e “messa in evidenza” con il Vostro agire, montando un caso mediatico solo per continuare a nascondere le vostre conclamate e palesi incapacità amministrative!
Alfonso Esposito