Proporre una nuova chiave di lettura alle opere del Museo civico Filangieri di Napoli dando loro nuova luce. Si ispira a un percorso di valorizzazione del Museo la mostra Un secolo di Furore. I Caravaggisti del Filangieri visitabile fino al 28 aprile 2019. Prima puntata della serie Visti da vicino.
Concretamente l’idea del direttore Paolo Jorio è quella di mettere in evidenza, di volta in volta, opere che nel museo, nella sequenza delle opere appese sulle pareti una accanto all’altra, esposte a incrostazione per volere dello stesso principe Filangieri, rischiano di confondersi e perdere di importanza. Si tratta semplicemente di concedere ad alcune di loro di lasciare temporaneamente il proprio posto nella sala Agata e passare, spostate al piano di sotto, sotto la lente di ingrandimento di una esposizione creata ad hoc. Pannelli rossi, didascalie esaustive accompagnano il visitatore alla scoperta dei quadri della collezione Filangieri che hanno come fil rouge l’esser realizzati da pittori caravaggeschi. Il direttore Jorio chiama questa ‘rassegna’ Visti da vicino, perché proprio in questa nuova modalità di esposizione, su pannelli ad altezza d’uomo, è possibile gustare tutti i particolari delle opere. Ad essere valorizzate in questo caso sono una ventina di dipinti ma è solo l’inizio di un viaggio nel mondo di opere collezionato dal Filangieri che continuerà con altri possibili esposizioni-percorsi-valorizzazioni.
E così si possono gustare opere di de Ribera, Caracciolo, Spadaro, Preti, Solimena, Vaccaro, Stommer. E così si può restare incantati per la soave bellezza della Santa Agnese di Andrea Vaccaro. Dettagli ed emozioni. Guardare da vicino il suo martirio fatto di dolore e di pallore, di misticismo e di materia eterea che viene racconto con sapienza di luci ed ombre. Una finestra, dalla quale la luce trafigge le sbarre, accresce l’idea di un dialogo tra quest’opera e il mondo di Caravaggio. Alla Santa strapparono i seni e del dolore non traspare che la il pallore dell’eterno, intriso di divino.
Oppure si può assistere alla scena violenta della Rissa o Banchetto di Assalonne dipinto da Mathias Stom (o Stomer) dove al fondo buio fa da contrappunto una scena illuminata da una luce quasi artificiale che si insinua sulle pieghe dei vestiti d’epoca. E’ una scena di violenza che sa di quotidiano con Assalonne che fa uccidere dai servi il fratellastro Amnon, colpevole di aver violentato sua sorella Tamar due anni prima. Rappresentazioni di quadri in toni quotidiani che riecheggiano, con il sistema di luci, lo scesario trasportato nella sua epoca. E poi un dettaglio: le armi. Al di sotto il quadro, in una teca, sono posti il pugnale e la spada identici a quelli che si ritrovano dipinti nel quadro. Grazie a dei documenti, si è convenuti essere le stesse del periodo di Caravaggio. Saranno proprio le armi usate dall’artista stesso? Forse, ed è intrigante immaginarlo ma certo sono dello stesso tipo, dello stesso modello di quelle prodotte in questo quadro.
Per ogni quadro è possibile trattenersi sui dettagli e lasciarsi affascinare dalle storie e scene. Appesi su pannelli rossi, ad altezza uomo, i quadri consentono un percorso denso di senso. Aiutati da un piacevole e chiaro sistema di didascalie che rendono accogliente la visita, è possibile lasciarsi accompagnare in un percorso di colori, luci e storie. Un metodo diretto, basato su un desiderio di cambiamento del modo di vivere lo spazio museale, con cui il museo Filangieri rilancia il museo Filangieri.
In una idea di connessione con tutto il territorio circostante, come è ben evidente dal fatto che in occasione della mostra sarà anche possibile acquistare un biglietto unico integrato per visitare il Museo Filangieri e il Museo del Tesoro di San Gennaro. Sarà inoltre possibile visitare anche gli altri musei della zona, come ad esempio il Madre e il pio Monte della Misericordia, usufruendo di alcune agevolazioni.