“Il libro che avete tra le mani racconta la ‘mia’ Pompei. – scrive il direttore del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna nella prefazione al libro Pompei. Il tempo ritrovato. Le nuove scoperte – La città che è riemersa in questi ultimi anni dal fango di scandali (veri o presunti) e crolli (più o meno enfatizzati dalla stampa), grazie al lavoro infaticabile di un team interdisciplinare di professionisti e addetti ai lavori che ho avuto l’onore di coordinare. E’ un test che mantiene un impianto scientifico, pur essendo pensato per un pubblico di lettori ampio, non solo di specialisti: per tutto il pubblico che si confronta con la città antica, che la ama, che si lascia incuriosire dalle sue plurime vite“.
Massimo Osanna, direttore riconfermato del Parco Archeologico di Pompei, durante il periodo di assenza, tra un mandato e l’altro, quindi, ha scritto un libro. E’ in vendita, pubblicato dalla Rizzoli, Pompei. Il tempo Ritrovato. Le nuove scoperte. Un libro atteso, che venderà sicuramente molto perché racconta con dovizia di particolari le ultime e diffuse scoperte di Pompei rimettendole in ordine, inserendole in una rilettura dell’antica città e dando nuovi dettagli. Le notizie emerse da una comunicazione piuttosto frenetica, che ha utilizzato i social, diventano in questo testo più lungo (sono 444 pagine) più precise e profonde.
Tutto dunque nasce dalla storia di un crollo, quello della Schola Armaturarum nel 2010 che, evidenziando criticità del sito, ha aperto una strada che ha portato al Gran Progetto Pompei, nuovi soldi, nuove possibilità. L’idea che ispira i progetti è quella di mettere in sicurezza l’antica città, ma nello stesso tempo questa azione ha permesso di aprire ancora un po’ lo scrigno dell’antica città che, sigillata dal Vesuvio, conserva ancora molti gioielli e potenzialità (di Pompei circa 20 ettari sono sotto terra).
Gli scavi realizzati nella Regio V, nel cuneo di via Vesuvio hanno mostrato bellezze immense, evidenziando un dato ovvio che qui ‘dove si scava si trova’, ma nello stesso tempo regalando la possibilità di stupire ancora. Un mistero in cui la quotidianità è bloccata al 79 d.C. e ritrova respiri inattesi. Di questa magia si è trovato a occupare il direttore Osanna che ha voluto gli scavi di questi settori, legati comunque a una migliore sopravvivenza del sito. In questa direzione gli scavi della casa del Giardino, di Orione. Ma anche la scoperta della famosa Leda e il cigno, accolta con grande passione, immagine che, se pure nel tema noto nell’iconografia di Pompei, qui raggiunge livelli alti di resa. La scoperta è stata fortuita perché mentre si facevano i lavori di messa in sicurezza sul fronte di strada, uno smottamento ha messo in luce la gamba di questo dipinto lasciandone presagire il grande livello qualitativo. Il direttore Osanna racconta che ha appreso la notizia mentre era in vacanza e che insieme al suo staff ha deciso di portare alla luce il dipinto. E poi, grazie a un allestimento voluto dall’architetto Vitaliano, si è riusciti a tenere in loco e in vista il dipinto e il resto della casa (la stessa dove è stato trovato anche un Priapo, identico a quello della casa dei Vettii, all’ingresso). Oggi quindi è possibile vedere questa suadente immagine di Leda, anche se solamente dalla strada, e restarne magicamente incantati.
E sono proprio la bellezza di Pompei e la sua storia, ripercorribile grazie agli ultimi ritrovamenti e ricerche, ad essere protagoniste in questo libro, divisi in dieci capitoli che seguono un percorso cronologico. La novità è quella di un archeologo come Osanna che prova a scrivere di queste dimensioni archeologiche in maniera meno tecnica possibile, mantenendo la serietà scientifica del contenuto. La cultura per tutti (come evidenzia anche il costo di 20 euro del libro, accessibilissimo rispetto ai testi scientifici) vive filtrata dagli occhi appassionati di un uomo e studioso che ha scoperto e si è innamorato di Pompei piano piano, non a prima vista, ma, per sua ammissione, solo da quando ha iniziato a gestirla.
Durante la sua presentazione alla stampa Osanna ha cercato di delineare il motivo per cui Pompei è così amata ed è impossibile restarle indifferente. “Pompei -spiega Osanna – ci permette di riflettere sul presente e sul nostro essere al mondo perché ci mette di fronte alla morte, alla catastrofe, a delle tematiche fondamentali del DNA di ognuno. Pensate – continua – ai graffiti dell’epoca quanto sono presenti nella nostra cultura: pensate alle dichiarazioni d’amore o di saluto tra amici sono così vicini alla nostra realtà. E poi c’è questo aspetto della materialità: oggetti che vengono fuori dai lapilli e sono sopravvissuti a chi li ha usati. Sono una cosa straordinaria. Gli oggetti alla fine hanno delle vite dopo di noi. Anche per questo credo che ci sentiamo attratti da Pompei.”
Che sia un direttore di un sito a scrivere il libro così dettagliato è progetto coerente con la scelta politica del nuovo sistema di musei e luoghi d’arte che, a livello nazionale, ha dichiaratamente voluto puntare sulle personalità e le persone che prestano il volto, la faccia al sito archeologico o museo stesso . I direttori diventano riferimenti e compagni di viaggio alla scoperta di questi spazi.
In questo caso Massimo Osanna mette in gioco la sua passione e la sua profondità culturale fin dal titolo in cui l’accenno e il rimando a Proust è evidente. Il libro è nello stesso tempo risultato di un lavoro preciso e scientifico ed espressione di una memoria personale e intima e di un luogo senza tempo come Pompei ma anche fisica e concreta, fatta di dimensioni, suoni e colori.
Si potrebbe decisamente dire che questo è il libro che su Pompei mancava. Per i recenti scavi, per la capacità divulgativa mescolata ad una esigenza di precisione delle informazioni. Per il fatto che riesce a mettere insieme dettagli umani e personali con un lavoro tecnico ma scritto in modo semplice con cui si può sopperire alla difficoltà di trovare dei riferimenti circa le ultime novità regalate dal sito. Un libro che sarà molto apprezzato dagli appassionati di Pompei e che, mantenendo un rigoroso apparato bibliografico, dà chiavi di accesso anche ad approfondimenti.
E per il futuro? Nuovi testi e nuovi scavi? Il direttore Osanna annuncia i prossimi passi con orgoglio:
“L’anno prossimo abbiamo messo in bilancio di riportare alla luce il bancone dipinto di una caupona, in uno slargo che si trova tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei balconi. Abbiamo previsto un finanziamento ad hoc su fondi ordinari (non europei perché non si possono stravolgere progetti, lo abbiamo già fatto con lo scavo di Leda). Quindi il prossimo scavo per una messa in sicurezza sarà questo. Poi ci sarà tutto il lavoro che ci terrà occupati nei prossimi anni sul fronte meridionale, tutta l’area lungo il viale delle ginestre che è in uno stato di gran pericolo: con case su tre piani, con terrazze ma restaurate. In questo caso abbiamo altri fondi ministeriali Cipe 32milioni per mettere in sicurezza e conseguenti scavi per la conoscenza”.
Progetti. Intanto ci si può godere delle nuove aperture del sito sempre lanciate nella stessa occasione il 25 novembre (terme centrali, la via Vesuvio, la casa degli amorini dorati) e della lettura di un libro che sicuramente permette di appassionare e lasciarsi appassionare ancor di più dell’antico mondo racchiuso in una città antica ma ancora viva come Pompei.