Il fiume Sarno potrebbe essere considerato la triste cartina di tornasole di quanto sia cambiato l’approccio all’ambiente dopo la ‘riapertura’. Lo stupore più grande, unita a un senso di bellezza, di questo periodo di ‘sospensione’ è stato proprio quello di scoprire che basta poco per tornare all’autentica “pulita” bellezza della nostra terra, dei suoi abitanti, dei suoi spazi come il mare e il fiume. Anche il “fiume più inquinato d’Europa” ha vissuto questa tregua, ma una storia felice che sembra finire qui se non si completano azioni che bloccano le cause del suo inquinamento. Continuano a mancare sistemi di depurazione, il trattamento delle acque reflue con controlli e azioni di privati e pubblici. Una situazione di ritorno veloce a una ‘normalità’ dannosa per l’ambiente non è accettabile. Non si può rimandare.
IL MINISTRO COSTA LANCIA L’ALLARME
L’allarme dato dai cittadini è arrivato anche al ministro dell Ambiente, Sergio Costa che, il 5 maggio, dai suoi social scrive:
“Anche grazie alle vostre segnalazioni – ha scritto ieri sulla sua pagine di FB- , subito ho attivato i Carabinieri del Noe per controlli e indagini in zona, indagini prontamente partite. Confermo quindi che tutti gli enti preposti sono sul posto per controllare e per individuare il colpevole. Come vi ho raccontato, in questo periodo di quarantena abbiamo monitorato, anche grazie all’attività dei Carabinieri e della Guardia Costiera, che ringrazio, lo stato delle acque e non possiamo tollerare che gente senza scrupoli riporti inquinamento e devastazione laddove la Natura stava riprendendo i suoi spazi.
Dobbiamo lavorare ventre a terra per far sì che il Post-Covid sia diverso”.
Si attendono dunque azioni concrete e immediate, per evitare un ritorno al disastro.
GREEN ITALIA: “Non possiamo tornare indietro, ripartiamo col piede giusto”
Si muovono cittadini, associazioni di cittadini, il comitato Sarno e tutti dichiarano la necessità di cambiare velocemente rotta. Dei suggerimenti concreti arrivano anche dall’associazione ambientalista Green Italia che si occupa di tutela ambientale.
“Sono necessari controlli pianificati e indagini accurate – dichiarano Carmine Maturo co-portavoce Nazionale di Green Italia e Carmine Ferrara componente del direttivo regionale di Green Italia – per risalire ai responsabili del disastro del fiume, ed in questo periodo è ancora più semplice individuare i collettori che piano piano inizieranno a sversare (visibilissimi da chiunque si affaccia lungo le sponde del fiume) che potrebbero essere facilmente individuati e le aziende che scaricano facilmente determinate e sanzionate. Indagini coordinate da una task force composta da tutte le forze dell’ordine con competenza in materia di delitti ambientali (Carabinieri Forestali, NOE, Capitanerie di Porto di Salerno-Castellamare-Torre Annunziata, Guardia di Finanza) affiancate anche da tecnici e dipartimenti universitari capaci di analizzare rapidamente la natura dell’inquinamento riscontrato e di accompagnare le forze dell’ordine nell’utilizzo di tecnologie innovative per il monitoraggio ambientale (droni dotati di termocamere, sonde multi parametriche, utilizzo di immagini satellitari e altre tecnologie capaci di individuare flussi di acqua sotterranei).
Che sia chiaro, produrre senza depurare è un atto criminale contro la natura e contro tutti i cittadini del territorio. Sono necessario inoltre di strumenti fiscali e incentivanti – continuano gli esponenti ecologisti Maturo e Ferrara -, come finanziamenti a fondo perduto e detassazioni al fine di sostenere economicamente la realizzazione e il corretto funzionamento degli impianti di depurazione da parte delle imprese.
Non possiamo tornare indietro,- concludono – con un Sarno “normale” la piana del fiume rimarrà un territorio malato, socialmente degradato e economicamente povero. Ripartiamo col piede giusto.