Ricondurre l’Agro all’unità è un’idea di fondo di tanti, anche la nostra. Nel corso dell’emergenza è rispuntata fuori l’idea ed in concreto alcuni sindaci hanno cercato di produrre ordinanze univoche e sono andati persino oltre, ad esempio sulla questione sanitaria hanno fatto fronte comune chiedendo all’Asl determinate cose, alcune ottenute e alte no.
E’ un primo passo, molti ne vanno fatti in avanti. Il nostro territorio, per poter contare davvero sui tavoli istituzionali che contano, ha bisogno di presentarsi con un volto e con argomenti tesi all’unità, che d’altra parte sarebbe figlia di una continuità visibile nella stratificazione territoriale, una città dietro l’altra, a volte con confini geografici labili. L’Agro unito, in forme ovviamente tutte da stabilire ma partendo dal presupposto di un’unica cabina di regia, sarebbe la grande novità del nostro tempo, fatto fin qui di peso irrilevante complessivo di un comprensorio che invece ha numeri e potenzialità per emergere e per trovare risposte positive ad ogni tipo di domanda posta a chi sta più in altro. Provare a metterlo insieme è la vera sfida che parte oggi e va portata avanti in un domani niente affatto lontano, con amministratori capaci e illuminati, imprenditori, uomini di buona volontà, gente capace oltre l’ordinario per disegnare un avvenire straordinario.