E’ sotterraneo, anzi strisciante, solo per il fatto che l’attualità impone di pensare ad altro. Ma lo scontro istituzionale che si sta consumando tra parte dell’avvocatura nocerina e il presidente del tribunale Robustella è qualcosa di clamoroso. Al presidente non sono andate giù alcune espressioni riportate in un comunicato del Consiglio della Camera Penale, per giunta non espressamente firmato datato 6 maggio. C’è un passaggio pesante, parecchio. In questo delicatissimo momento storico le mancanze strutturali ed organizzative endogene al nostro Tribunale, seppur aggravate dell’emergenza sanitaria, non possono essere risolte con patti scellerati che abdicano ai basilari diritti di difesa degli imputati e caricano sull’avvocatura incombenze inaudite.
Forma durissima, con l’aggravante dell’uso dei termini patti scellerati, per dire no alla proposta avanzata da Robustella sull’organizzare, in fase emergenziali, l’udienza penale con un difensore d’ufficio scelto dagli avvocati stessi che si limitasse, per forza di cose, a prendere nota dei rinvi, dando una mano in un certo senso ai cancellieri, alle prese con una mole infinita di carte. I penalisti dicono di no, la Camera Civile non si pronuncia ma soprattutto meraviglia quella sorta di silenzio-assenso contenuto nell’unica presa di posizione ufficiale da parte dell’Ordine degli Avvocati, che solidarizza coi penalisti ma non spende una parola, neanche di conforto, su Robustella, che in base al decreto emergenziale ha la facoltà di decidere persino autonomamente le misure organizzative idonee in questa fase ma che col garbo che lo contraddistingue ha cercato di coinvolgere gli avvocati nella faccenda. Robustella è apparso sorpreso e umanamente stizzito da certe parole del comunicato dei penalisti. Lui fin qui ha dato tanto, impegnandosi da settembre in poi, arrivando alle 7,30 in ogni mattina da Napoli, per consolidare e rafforzare il Tribunale che ha un’utenza vastissima, comprende l’Agro, Cava e la Valle dell’Irno.